2020 09 22 Lockdown Facebook

Da const.


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< Glossario del conflitto sociale >


25 - Guerra culturale (indice)


Il regime imbecillocratico si regge sulla ignoranza istruita. Non esiste una élite di contro potere con una cultura basata sull'ignoranza istruira.




Amici nella bolla[modifica | modifica sorgente]


















Se il NO non vince con un ampio margine significa che Facebook mi ha messo in un recinto a pascolare


Stando al mio profilo dovremmo vincere con un buon 90%... Invece siamo solo degli scolarizzati anarchici liberali incazzosi ma solo a parole... Siamo Mohicani... 😘



Vince il si facile dai primi dati




È esattamente quello che fa...



Vivo in una bolla... 😳



Saranno brogli...non mi capacito



Ha vinto il si alla grande😉(exit poll)



No, vi giuro che c'è qualcosa che quadra... Avete amici o contatti del PD? Chiedete cos'hanno votato al referendum. A me risulta 100% NO. Ed anche molti 5s. C'è qualcosa che non quadra.



Esattamente. Ti fa sempre vedere i profili più allineati alle tue idee. Della serie state la tutti assieme, e nn rompete li cojon


Amici per il no[modifica | modifica sorgente]


È sul voto al referendum che la Nazione si è spaccata definitivamente tra plebei e culturalmente dotati... Ha vinto la plebe che, proprio perché tale, non si è nemmeno accorta di aver appena rinunciato ad una reale democrazia rappresentativa per consegnarsi alla dittatura delle miserabili oligarchie dei partiti e movimenti. Il diritto di voto non ve lo meritate. (Luigi Bobbio - Giudice)




Se il NO non vince con un ampio margine significa che Facebook mi ha messo in un recinto a pascolare



Direi che chi ha votato Sì al referendum, non è su Facebook



Il 30% di elettorato attivo non si riconosce nei partiti. È il primo partito ma nessuno lo vede.


… lontani parenti d’italia …

22 Settembre 2020: il giorno dopo!. Settanta a trenta: all’incirca 22 milioni di paesani su oltre sessanta e rotti hanno detto SI’ al taglio dei parlamentari, hanno giudicato giusto, per punire una politica ignave, sparare nel mucchio debosciato nella certezza di una vendetta cieca piuttosto che ragionare sulla potenza di un voto libero a scegliere persone oneste intellettualmente: almeno quello, e sapienti del fare politica, quella vera!.

Viva l'Italia, l'Italia liberata, l'Italia del valzer, l'Italia del caffè. L'Italia derubata e colpita al cuore, viva l'Italia, l'Italia che non muore.

La nostra Costituzione ammette i referendum, quelli confermativi non richiedono un quorum minimo che comunque è stato maggiore del 50% degli aventi diritto al voto; dunque NOI DEL NO: la cui maggiore preoccupazione era difendere la nostra magna carta doverosamente accettiamo il responso delle urne; il popolo ha detto SI’ ad un ulteriore passo avanti nel piano massonico di Licio Gelli atteso ad una Italia fascista e quindi, da oggi in poi, avremo due compiti su tutti:

a) salvaguardare con ogni mezzo ciò che resta di una Italia libera; b) tenerci pronti in prima persona e secondo mezzi costituzionali ad essere protagonisti di quella difesa.

Viva l'Italia, presa a tradimento, l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.

Si può, SI DEVE, doverosamente cominciare a riflettere bene anche sulle voci dal seno fuggite; quelle voci che già ieri: sull’onda delle prime proiezioni, nelle sedi vittoriose di un progetto nascostamente camuffato da un desiderio di risparmio, recitavano della incostituzionalità di questo parlamento, cosa per altro verissima già da prima del referendum, in funzione della elezione del presidente della repubblica; mancano ancora due anni e quelle voci già sognavano elezioni anticipate e, magari, un BERLUSCONI qualsiasi al quirinale. I SI’ che hanno vinto, volevano anche questo?.

Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, l'Italia metà giardino e metà galera, viva l'Italia, l'Italia tutta intera.

Altra voce sommessamente a girare nei corridoi vittoriosi, contemporaneamente alla prima, era quella a sussurrare che ora non è poi e più cosi urgente una riforma elettorale: il tempo c’è, adesso, per studiare una legge ad HOC visto che ora un nuovo parlamento sarà composto da PERSONE CERTAMENTE LIGIE ALLE SEGRETERIE DI PARTITO e dunque l’obbedienza sarà cieca ed assoluta anche in quelli che prima osavano alzare la voce: ognuno cercando di conservare un posto in paradiso altrimenti a rischio. I SI’ che hanno vinto volevano anche questo?

Viva l'Italia, l'Italia che lavora, l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, l'Italia metà dovere e metà fortuna, viva l'Italia, l'Italia sulla luna.

Licio Gelli dalla tomba in questi momenti starà brindando a champagne giacché ed oramai alla completa attuazione del suo piano eversivo non resta che trasformare una repubblica parlamentare in una presidenziale facendo precedere questo ultimo passo da un attacco frontale ai poteri della Corte Costituzionale: di modo che tutte le leggi del NUOVO E POCO RAPPRESENTATIVO PARLAMENTO non siano soggette ad alcun controllo e se ne salvi l’attuazione comunque ed a prescindere.

Poi il gioco SARA’ FINITO CON UN TAGLIO VOLONTARIO DEI PROPRI COGLIONI che il popolo, un terzo degli italiani non dimenticate mai questo particolare, ha masochisticamente scelto. I SI’ che hanno vinto, volevano anche questo?.

“ Viva l'Italia, l'Italia del 22 settembre 2020, l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre, l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l'Italia, l'Italia che si arrende. “ (fb; oggi; ndr)

Dunque e per concludere, restando ai fatti ed alle prime dichiarazioni di una massa ipocrita come quella ad essere dei nostri politici, nonché ai festeggiamenti di quel terzo di Italiani che da oggi in poi saranno i soli e veri responsabili di tutto ciò che di peggio dovesse succedere in questocazzodipaese, da questo referendum in poi NESSUNO PIU’ OSI lamentarsi di mal funzionamenti e/o di storture della politica;

nessuno più si lamenti di una propria eventuale miserrima condizione e tutti si tengano pronti a calarsi i pantaloni giacché:

quando un potere fa delle leggi esistenti nel proprio paese carta straccia addirittura per volere popolare

il culo di tutti ed ognuno non è più al sicuro da sodomie conseguenti.

Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre, l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre, l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste, viva l'Italia, l'Italia che resiste. (F. De Gregori)

NOI DEL No: e già da ora, ringraziamo quel 49% di Italiani che astenendosi dal voto si sono fatti già fottere ed inculare credendo, così, di MANIFESTARE SCHIFO E SDEGNO per una politica schifosa ed indegna e per i politicanti relativi; in realtà non accorgendosi che in verità: lo schifo che provavano ...

era solo e giustamente quello per SE’ STESSI!.



Quando parliamo di Stati Uniti parliamo del sistema elettorale più iniquo e fraudolento del mondo. Negli Usa molto spesso è capitato che un Presidente fosse eletto avendo un numero totale di voti minore rispetto al proprio avversario e un numero di Stati vinti inferiore ( Trump , Bush , Bill Clinton , Nixon ) . Ma veniamo a coloro che affermano che i parlamentari Usa sono in numero ridotto rispetto a quelli italiano . Il numero che la propaganda afferma erroneamente essere il numero dei Parlamentari è 535 . In realtà questo numero è quello del Congresso. Ci si dimentica ( perché alla fine ci sarà sempre chi ci crederà) che la Costituzione statunitense delinea un sistema FEDERALE in cui gli organi della Federazione ( tra cui in congresso ) hanno compiti più circoscritti rispetto agli organi statali. Molti dei poteri che in Italia sono esercitati dallo stato centrale , negli Usa sono esercitati dagli Stati Federali corrispondenti alle nostre Regioni. 49 Stati Federali su 50 , eccezione il Nebraska, hanno un proprio Parlamento composto da Camera e Senato mentre le nostre Regioni il consiglio è monocamerale Sicché se sommiamo i parlamentari della Federazione ai parlamentari degli Stati FEDERALI otteniamo 7918 cioè 535 federali + 7383 statali. Quindi ogni Stato FEDERALE può: Legalizzare o punire la coltivazione della cannabis, l’aborto o l’eutanasia, ammettono o vietano le pena di morte, introducono o abrogano in generale reati, ammettono o vietano matrimoni tra omosessuali. esercitano una competenza esclusiva su tutto ciò che avviene al loro interno e, dunque, in materia di sanità pubblica: infatti, gli Stati gestiscono gli ospedali; istruzione: in quanto essi stabiliscono i programmi scolastici e i criteri per la qualificazione dei docenti; trasporti: gli Stati, infatti, sono responsabili del trasporto pubblico; controlli e vigilanza industriale: ogni Stato, infatti, determina la normativa sulla presenza e sulla politica industriale nel proprio territorio; regolamentazione dell’industria pubblica: ciascuno Stato, quindi, determina i criteri per la concessione di autorizzazioni e per i controlli sull’attività produttiva; assistenza sociale: l’assistenza ai disoccupati e i centri di qualificazione al lavoro, dunque, sono gestiti dagli Stati; forze armate: in quanto ogni governatore è a capo della milizia statale; ordine pubblico: ogni Stato, infatti, è responsabile della sicurezza dei cittadini; inoltre gli Stati hanno piena competenza in materia penale e hanno il potere di regolamentare ed eventualmente vietare il gioco d’azzardo, gli alcolici e le lotterie. Oltre a queste materie vi sono quelle determinate dal potere sovrano di ciascuno Stato, in quanto il popolo ha potere emendante e costituente. Esercitando questo potere ogni Stato si è dato una Costituzione formale e la ha adeguata a quella materiale. In ogni Stato, inoltre, vige una separazione dei poteri ed in ciascuno (tranne nel Distretto di Columbia, il territorio federale che coincide con la capitale degli Stati Uniti d’America) sono in vigore norme statali in materia di: diritto civile e privato; diritto commerciale; diritto matrimoniale e patrimoniale; diritto penale; diritto elettorale. Di conseguenza la normativa in queste materie può variare da Stato a Stato in applicazione del principio residuale in favore degli Stati in base al quale, il governo federale non può intervenire in ambiti tipicamente statali.

Capito?



Non vi pigliate collera, è la democrazia: non è più una cosa seria da quando “i partiti di sinistra” (ditelo con tono altisonante per prenderli in giro come meritano) si sono battuti all’inizio 900 per il suffragio universale,senza barriere di istruzione e cognizioni all’accesso.








Il vero SPRECO che andrebbe eliminato e di cui nessuno parla sono gli 80 MILIARDI DI EURO L' ANNO AI BANCHIERI PRIVATI di soli interessi sul debito pubblico.



BUONGIORNO A TUTTI

Domanda seria: avete già deciso come investire gli 80 centesimi di euro annuali che il brillante e geniale taglio dei parlamentari vi ha regalato ... ?



La vittoria del si ha avuto il primo grave effetto, forse anche quello peggiore, di far ritenere la Costituzione, cosa di tutti. La demolizione ideale della sua sovranità. Perché mettere mani al potere rappresentativo non è una cosuccia dal bar



TOTO ELEZIONI Per me Campania e Toscana CS Veneto, Liguria, Marche e Val d’Aosta CD Puglia incertissima. Sì vince sul No di misura.



Poche ore dopo il voto ed a mente fredda si può fare un'analisi di come andata: alla mia età e con le mie idee è meglio farsi da parte ed evitare così di essere umiliati, in fin dei conti è vero, ho rotto gli amenicoli abbastanza con questa storia dei valori da difendere, dei diritti da riconquistare. Ho un buon impiego, cosa mi interessa dei disoccupati, dei giovani che non trovano lavoro o sono sfruttati. Cosa mi interessa se privatizzano l'ospedale vicino, posso permettermi una visita da un professionista privato, addirittura ho un'assicurazione sanitaria aziendale voluta dai sindacati confederali, che stupido a non averla mai usata, con quella fissa che il mio ticket serviva alla sanità pubblica, Perché dovrei interessarmi dei problemi degli altri. Già, perché?


Gli italiani sanno che lo status quo non va bene, quindi votano sempre per ciò che appare nuovo: Renzi, Grillo, Salvini, Meloni...

Il problema é che non é mai veramente nuovo: spesso somiglia al vecchio, anzi, al vecchio che non possono più permettersi, il votoscambismo di massa che é stata la base ddl consenso politico dagli anni '60 agli anni '80, e che é entrato in crisi negli anni '90 perché ci aveva portato quasi alla bancarotta.

Non sorprende quindi che poi si stufino presto del nuovo, e ne cerchino subito un altro, altrettanto deludente.

Ciò che non faranno mai é votare per un paese moderno, efficiente, dinamico. Troppa fatica, troppa responsabilità, e troppa fiducia nelle istituzioni e nei propri concittadini sono necessarie per un passo del genere.




MA IL PROBLEMA VERO È IL SISTEMA ELETTORALE - VERSO IL BLOCCO DELLA DEMOCRAZIA

OK, dalla prossima legislatura avremo 600 parlamentari.

Per fare che? Resta anzitutto intatto l'annoso nodo del bicameralismo perfetto, ossia Camera e Senato che sono dei doppioni, con le stesse competenze, che fanno perdere tempo (e denaro dei contribuenti) nell'approvazione di leggi che devono essere perfettamente condivise. E con i relativi farraginosi regolamenti, ormai da modificare.

Ma resta, soprattutto, il problema del sistema elettorale. Non solo per la vexata quaestio del proporzionale, che favorisce la rappresentatività, piuttosto che il maggioritario, che agevola invece la governabilità.

C'è in primo luogo una questione di stabilità. Da un punto di vista teorico generale, la legge elettorale può essere approvata come normativa ordinaria oppure costituzionale.

L'approvazione tramite legge ordinaria, come previsto in Italia, espone al rischio di continui cambiamenti a ridosso delle elezioni, in contrasto appunto con la stabilità che dovrebbe caratterizzare questo tipo di regole.

La Corte europea dei diritti dell'uomo, nel caso Ekoglasnost contro la Bulgaria, ha rilevato che una riforma ravvicinata alla scadenza rischia di spiazzare i competitori più deboli ed è in contrasto con un'effettiva rappresentatività del Parlamento rispetto al corpo elettorale: questo tipo di cambiamenti "a gioco già quasi iniziato" avviene infatti ad opera di forze che hanno la maggioranza dei voti in Parlamento, spesso seguendo sondaggi o l'esito di tornate elettorali locali recenti.

Circa le leggi elettorali ordinarie, poi, c'è il rischio del possibile vaglio di costituzionalità, in particolare dopo che il Parlamento e il Governo siano stati nominati applicando una legge elettorale in seguito dichiarata illegittima (come già successo nel 2013).

Per ovviare a questo inconveniente si potrebbe quindi approvare una legge elettorale come parte integrante della Costituzione, come avviene in altri Paesi.

Ciò però comporta il problema che, in caso di eventuali criticità rilevate nella legge dopo averla messa in pratica, si debba intraprendere un lavoro parlamentare di modifica generalmente ben più lungo e complesso di quello ordinario.

Infine, non meno importante - anzi, è il vero nocciolo della questione democratica del sistema - il problema delle liste elettorali, ossia degli elenchi di persone che si candidano in una competizione elettorale per ricoprire una carica elettiva.

La legge richiede, per la presentazione di una lista, che venga raccolto un certo numero di firme di elettori, che varia a seconda del tipo di elezione e dell'ampiezza della circoscrizione elettorale nella quale la lista viene presentata.

I partiti già rappresentati in Parlamento, tuttavia, sono esentati dall'obbligo di raccogliere le firme. E questo è un loro vantaggio enorme e ingiustificato, che ostacola il ricambio politico fino a inibirlo di fatto nel momento in cui venga aumentato il numero delle firme richieste, come fatalmente avverrà in seguito alla vittoria del SI al referendum.

Questo è un grosso guaio per la democrazia sostanziale, che rischia di rimanere bloccata.




Gli italiani sanno che lo status quo non va bene, quindi votano sempre per ciò che appare nuovo: Renzi, Grillo, Salvini, Meloni...

Il problema é che non é mai veramente nuovo: spesso somiglia al vecchio, anzi, al vecchio che non possono più permettersi, il votoscambismo di massa che é stata la base ddl consenso politico dagli anni '60 agli anni '80, e che é entrato in crisi negli anni '90 perché ci aveva portato quasi alla bancarotta.

Non sorprende quindi che poi si stufino presto del nuovo, e ne cerchino subito un altro, altrettanto deludente.

Ciò che non faranno mai é votare per un paese moderno, efficiente, dinamico. Troppa fatica, troppa responsabilità, e troppa fiducia nelle istituzioni e nei propri concittadini sono necessarie per un passo del genere.




Tali gli elettori, quali gli eletti. Se i secondi sono cattivi, è perché i primi sono anche peggiori. (Edmond Thiaudière)





Un popolo che si castra con il taglio del Parlamento è una vergogna mondiale!




"Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti" (W. Churchill)



Più alto è il numero dei rappresentanti del popolo, più al sicuro è la democrazia. Anche per questo la Costituzione Italiana, rispetto a tante altre, era avanti. Non era difficile da capire, bastava usare la testa e non il kiulo.




E gli alberi votarono ancora per l’ascia, perché l’ascia era furba e li aveva convinti che era una di loro, perché aveva il manico di legno


I traumi di un segretario di seggio fin troppo empatico

Per questo referendum, per la prima volta nella mia vita, mi sono trovato a fare il segretario di seggio in una sezione con poco meno di 1.000 iscritti aventi diritto al voto, in una realtà comunale di circa 55.000 abitanti. Devo dirvi che non è stato facile per me essere testimone oculare dell'ennesima violenza costituzionale. Vi faccio una breve sintesi del vissuto tra domenica e lunedì:

Le mie orecchie hanno udito non pochi votanti recarsi dentro la cabina ed aprirsi a battute del tipo: "Così leviamo un po' di immondizia!", oppure "così vanno a lavorare questi fannulloni!" ed altre esclamazioni simili di alquanto ridotta coscienza politica. Qualche altro, uscendo dalla cabina, ritornava con aria soddisfatta informandoci che aveva votato così talmente forte che la punta della matita si era rotta. Non poche sono state le persone che entravano nella stanza scoprendo solo dopo che si trovavano nella sezione sbagliata, non avendo neppure la capacità di indovinare quale fosse la loro sezione di voto. Nel frattempo, un pulmino che aveva probabilmente radunato una casa di cura per anziani, ci porta una serie di votanti che non ero sicuro se l'anno successivo sarebbero stati ancora presenti, i cui voti, a veder il tremolio di alcuni segni, erano tutti quei "Sì" in fin di vita. Un vecchietto solitario, dolce con le sue bretelline e con la lentezza adagiata di chi la vita aveva vissuto, accompagnato solo dai suoi dolori e sorretto da un bastone e dalle sue gambe stanche, perde tutta la sua dolcezza quando ci domanda: "Qual è la domanda?" Era evidente che quell'anziano fosse lì perché profondamente solo. Il voto era per lui un sentirsi socialmente presente, riconosciuto dagli altri. Poco importa tutto il resto. Io ci sono. Davanti questo scenario triste, i miei occhi speranzosi, pregavano quando vedevano entrare giovani ragazzi. Chissà come voteranno?... mi domandavo cercando di scrutarne la più o meno lucidità dallo sguardo. Alla top ten dei casi umani una signora ferma il tempo, ferma finanche l'aria con una domanda da svenimento immediato: "Com'è stata l'influenza?" Io: "Signora mi scusi, non ho capito." Lei: "Ce n'è stata influenza?" Io: "Devo essere sincero signora, non so se il Covid sia venuto a votare, ma l'affluenza è stata un po' scarsa."

Il voto è un diritto, ma bisogna anche essere in grado di riconoscerlo rispettandone il senso. Sembra brutto da dire, ma evidentemente non tutti devono avere il diritto di votare se non solo dopo aver dimostrato il loro grado di coscienza. Proprio come ti levano la patente quando con l'avanzar dell'età puoi ritrovarti a perdere le facoltà fondamentali per la guida, parimenti dovremmo forse avviare una riforma che possa ridurre l'elettorato?

Forse così si capirebbe che Il vero problema non è il politico (risultato di una cattiva scelta) ma proprio l'elettore, incapace di intendere e di volere, senza alcuna formazione politica, spinto da induzioni mediatiche che fanno di lui un oggetto amorfe facilmente modellabile.

Per Uomini Liberi e Sovrani!

F.M.


VISTA L’ARIA DA TIFO PRECISIAMO: MASSOMAFIE HANNO LASCIATO M5S LEGA E IV VERSO NUOVA ENTITÀ (DA CALARE) E MELONI. CHI RIDE?

Amici per il si[modifica | modifica sorgente]


N.B.

Più della mela dei commenti che seguono sono andato a cercarli nelle bacheche mentre quelli del NO mi compaiono da soli.



Con la vittoria del SI un piccolo passo è stato compiuto verso la moralizzazione della vita pubblica: 345 parlamentari in meno significa che un esercito di circa 20.000,00 persone dovrà inventarsi un altro mestiere per vivere. Del dato elettorale mi colpisce però la consistenza del NO: evidentemente significa che c'è ancora un numero impressionante di persone che ha paura di perdere il proprio parlamentare di riferimento, a cui lustrare le scarpe in cambio di qualche imbroglio.

L'Italia che lavora e produce era troppo stanca di continuare a mantenere queste persone, per lo più inetti, incapaci, lustrascarpe e "gentucola" di malaffare.

Ora è auspicabile che un altro partito, movimento o qualsiasi diavoleria si renda promotore della riduzione del numero dei consiglieri regionali, evidenziando che sono proprio le Regioni i veri centri nevralgici della corruttela, del malaffare e del sottobosco politico.




Dopo questo primo lodevole risultato, speriamo che si faccia strada un partito, un movimento o qualsiasi altra diavoleria che si renda promotore della riduzione del numero esorbitante dei consiglieri regionali. E' un dato notorio che le Regioni sfornano la più insidiosa corruttela ed il peggiore malaffare, più spesso espressioni di vere e proprie bande criminali.



"Difatti, quanto più è grande il numero dei componenti un'Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all'opera legislativa che le è demandata."

Luigi Einaudi, da " lavori preparatori alla Costituzione" consultabile su senato.it oppure " la nascita della Costituzione" di Calzaretti.

SI! Contro la logica della spartizione politica di poltrone💪💪💪



I PADRI COSTITUENTI OGGI VOTEREBBERO SI!

Il 4 settembre 1946 all'interno della seconda Sottocommissione della Commissione per la Costituzione, nella discussione generale sull'organizzazione costituzionale dello Stato, l'onorevole Conti affermava che: "La Camera dei Deputati avrebbe il carattere di un organo rappresentativo della Nazione nella sua unità, cioè come collettività dei cittadini. Essa sarebbe eletta, a suffragio universale, diretto e segreto, da collegi elettorali nei quali si distribuiscono territorialmente cittadini aventi diritto al voto. Sarebbe composta di 400 membri e nominata per quattro anni." Pochi giorni dopo l'onorevole Nobile, sempre all'interno dell'Assemblea costituente, si dichiarava favorevole ad una norma per la quale il numero dei Deputati si riducesse a circa 300: "Un'assemblea legislativa composta da 5 o 600 persone è troppo numerosa per essere un'assemblea e troppo poco numerosa per essere un comizio, e che pertanto il numero giusto dei componenti un'assemblea legislativa dovrebbe essere di circa 250 persone." Nell'ambito della stessa discussione, il Presidente Terracini intervenne sostenendo che: "la Sottocommissione deve determinare il numero dei componenti della prima Camera. Secondo il progetto dell'onorevole Conti, dovrebbe essere eletto un Deputato per ogni 150.000 abitanti".Un ulteriore contributo venne da parte di Luigi Einaudi che si riconosceva d'accordo con l'onorevole Conti sulla opportunità di ridurre il numero dei membri, sia della prima Camera che della seconda, anche per ragioni di tecnica legislativa. "Difatti, quanto più è grande il numero dei componenti un'Assemblea, tanto più essa diventa incapace ad attendere all'opera legislativa che le è demandata." Il dibattito continuò così per alcuni giorni, fino al 23 settembre 1947, quando l'Assemblea Costituente iniziò la votazione degli ordini del giorno e degli emendamenti sul Titolo primo della Parte seconda del progetto di Costituzione. Il testo che ne uscì, in realtà, non faceva ancora menzione del numero esatto di deputati eleggibili alla Camera, ma si limitava a prevedere: "La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età. Ugualmente l'articolo successivo della carta costituzionale, il numero 57, non faceva menzione nel testo originale del numero esatto di componenti del Senato della Repubblica, per le medesime ragioni su cui si erano confrontati e scontrati i padri Costituenti nel dibattito in aula. La norma si limitava così ad affermare che: "Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale. A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d'Aosta ha un solo senatore." In questo modo si era giunti ad una formula alquanto elastica poiché, rientrando nella competenza della legge elettorale la possibilità di variare il numero dei Deputati fino al limite massimo consentito, quella poteva (a detta di alcuni componenti dell'Assemblea cfr. Fabbri) fissare un numero troppo ristretto di componenti. Solamente con la legge costituzionale 9 febbraio 1963, n. 2 è stato modificato l'art. 56 Cost. prevedendo un numero fisso di deputati. La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei deputati è di seicentotrenta. Con lo stesso intervento normativo, è stato oggetto di riforma anche l'art. 57 Cost. (in realtà modificato per ben due volte quell'anno), giungendo così a fissare l'attuale numero di componenti. Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale. Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici. Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno."


Referendum Intanto il taglio dei parlamentari era stato deciso in parlamento, nel posto giusto. Poi alcuni senatori hanno deciso di volere il referendum che altrimenti non ci sarebbe stato. Democraticamente il referendum si è fatto. Siamo andati a votare ed è finita settanta a trenta. Perciò sia il parlamento che i cittadini italiani aventi diritto al voto hanno deciso per il taglio. Chi di questo taglio non è contento è libero di esserlo, di manifestare un democratico dissenso, però è una minoranza. Quando la minoranza ingiuria la maggioranza diventerà sempre più minoranza.









Mutatis mutandis

Il risultato del referendum ha premiato il Sì con una percentuale analoga a quella che il “listone nazionale” fascista e le liste fiancheggiatrici ottennero alle elezioni dal 1924, in una Italia non intimorita, ma affascinata dalla forza taumaturgica della violenza politica, dell’olio di ricino e del manganello.




Quelli per il no dicono di voler difendere la democrazia rappresentativa contro quella diretta. Ma è stata proprio la democrazia rappresentativa a votare per ben 4 volte, l'ultima alla quasi unanimità, per la riduzione dei parlamentari. E ora si vorrebbe cancellarla con un referendum, cioè con la democrazia diretta che dovrebbe smentire quella rappresentativa. Insomma, gli antipopulisti che usano il populismo (appello diretto al popolo contro i suoi rappresentanti)



A giudicare dai miei contatti, potrebbe vincere il no


Sto bevendo il caffè risparmiato con il taglio della Casta politica. Ora aspettiamo che si taglino pure gli stipendi




Chi voterà NO? Vediamo. 1 - I parlamentari. Mai visto un tacchino che corre verso il forno per Natale. 2 - Quelli che campano di politica e che hanno incarichi elettivi, quelli insomma che hanno fatto o hanno intenzione di fare della politica la loro carriera. In particolare coloro che si trovano in prossimità del possibile salto verso il Parlamento. Ovvio. La torta si restringerebbe e queste persone potrebbero vedere svanire anni di investimenti, personali e economici. 3 - Quelli che credono sinceramente nelle ragioni del NO per motivi di ingegneria costituzionale e coloro che pensano che la riduzione del numero dei parlamentari sia un attentato alla qualità della democrazia rappresentativa. 4 - Quelli che non ci capiscono niente , nè hanno tanta voglia di approfondire (come biasimarli?) ma il partito ha dato indicazioni per il No. 5 -Quelli che pur di dare in tasca ai 5 Stelle voteranno No liquidando la riforma come la solita stupidaggine populista senza farsi troppi problemi. 6 - Quelli che sperano così di dare una botta al governo Conte. 7 - Una cerchia di intellighenzia giornalistico intellettuale cresciuta nella prima Repubblica e che ritiene intoccabile l'assetto attuale in ogni caso, abituati come sono a un Paese invaso dalla politica nei punti più lontani del suo sistema nevoso.

Chi voterà SI'? 1 - Quelli che sono convinti delle buone ragioni della riforma costituzionale e non credono affatto che un Parlamento di 600 rappresentanti sia troppo magro per legiferare. 2 - Quelli che pensano a un deputato /senatore che lavora dal lunedì al venerdì come tutti e non dal martedì al giovedì come è ora. 3 - Quelli che pensano che sia meglio un uovo oggi di una gallina domani e che guardano con fastidio all' insopportabile benaltrismo di parte dei sostenitori del No. "Ah, no, non si possono tagliare i parlamentari senza una riforma complessiva". Ragionamento che va avanti da quando negli Anni '70/80 la commissione Bozzi ragionava su come cambiare la Costituzione. Poi De Mita, poi Craxi e la Grande Riforma, poi Berusconi e i suoi epigoni come Renzi. 3 - Infine lo squadrone più affollato. Quelli che pensano che nel corso dei decenni il ceto politico abbia largamente abusato dei suoi privilegi, che la selezione della classe dirigente meriti una stretta in direzione della qualità e sono stanchi di vedere degli autentici minus habentes lucrare un succoso stipendio a buffo. Quelli cioè, che oggi non si sentono nel dibattito pubblico ma che guardando al Paese e vedendolo in condizioni miserelle, grazie a un ceto politico pavido e stretto negli interessi propri e delle lobbies, pensano che si il caso di tirare una seconda sberla ai partiti tradizionali (non che i nuovi siano migliori, beninteso) dopo quella delle elezioni del 2018. Queste persone sanno che n democrazia l'unico mezzo che ha un elettore per farsi sentire è il voto. E lo userà. E farà benissimo. Nella speranza, per la verità esile, che il messaggio arrivi a destinazione. Ah, poi anche io :-))


IL FESSO DEL GIORNO :

MOLTI DI COLORO CHE SI OPPONEVANO ALL'APPROVAZIONE DELLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE HA STABILITO IL TAGLIO DI 345 PARLAMENTARI (230 ALLA CAMERA E 115 AL SENATO) , ADDUCEVANO A MOTIVO L'IRRILEVANTE RISPARMIO CONSEGUENTE (STIMATO INTORNO A CIRCA 107.000.000 DI € ANNUI). CIÒ IN REALTÀ È FUORVIANTE POICHÈ, ACCANTO AL RISPARMIO PER GLI EMOLUMENTI DEI 345 PARLAMENTARI, VANNO CONSIDERATI ANCHE GLI STIPENDI DI 345 ASSISTENTI PARLAMENTARI PERSONALI (C.D. PORTABORSE) CHE AMMONTEREBBERO A CIRCA 17.000.000 DI € ALL'ANNO. A QUESTO POI VA AGGIUNTO IL PERSONALE IN SERVIZIO NEL PARLAMENTO (NOTORIAMENTE STRAPAGATO), CHE VERREBBE CONSEGUENTEMENTE RIDOTTO NELLA MISURA DI 1/3, CERTAMENTE, MEDIANTE IL BLOCCO DEL TURNOVER; CIÒ A REGIME COMPORTERÀ UN RISPARMIO ANNUALE ULTERIORE DI CIRCA 100.000.000 DI €. A QUESTO POI SI AGGIUNGANO LE SPESE PER LE PENSIONI VITALIZIE, SIA DEI PARLAMENTARI E SIA DEL PERSONALE DIPENDENTE DEL PARLAMENTO (CHE GODE DI UN TRATTAMENTO PENSIONISTICO ANALOGO A QUELLO DEI PARLAMENTARI) CHE, NATURALMENTE, SARANNO ANCH'ESSE RIDOTTE DI 1/3, IN CONSEGUENZA DELLA RIDUZIONE DEL NUMERO DEGLI AVENTI DIRITTO. A TUTTO CIÒ INFINE VA AGGIUNTA LA RIDUZIONE DI TUTTE LE SPESE DI GESTIONE DEL PARLAMENTO E DEI RELATIVI BENEFITS DI CUI GODE OGNI PARLAMENTARE (PERSONAL PC, SMARTPHONE, BIGLIETTI GRATUITI PER TRENI ED AEREI, PEDAGGIO AUTOSTRADALE GRATUITO, SERVIZI POSTALI GRATUITI, ETC.) CHE SONO ATTUALMENTE PAGATI PERÒ DAI CITTADINI E CHE, IN CONSEGUENZA DELLA RIDUZIONE, SARANNO ANCH'ESSE RIDOTTE DI 1/3,

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