COA legittimazione del potere

Da const.


< Indice >

< prec > < succ >

< Modello sociale della spoliazione legale >
















CNF, DOPPIO MANDATO E CERTEZZA DEL DIRITTO

      • * ***

La vicenda è nota agli avvocati, forse agli ignavi no. Il Presidente di Sezione del Tribunale di Roma, in sede di reclamo, inaudita altera parte, ha sospeso l’esecuzione dell’ordinanza emessa in data 02.09.2019 dal Tribunale di Roma in composizione monocratica nel procedimento cautelare ante causam. Con detta ordinanza veniva sostituito un componente ineleggibile, con altro. La legge è chiara, se ne sono occupate sia la Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, che la Corte Costituzionale ma l’interpretazione è apertissima e quindi il tema è tuttora controverso. Che cos’è la certezza del diritto? La domanda viene spontanea. Una definizione di partenza di certezza del diritto potrebbe essere la seguente: la certezza del diritto consiste nella possibilità di stabilire, in maniera ragionevolmente attendibile, le conseguenze giuridiche di determinati atti o fatti. E qui la risposta più diffusa nella letteratura giuridica rimanda al concetto di prevedibilità nel senso di poter prevedere in che modo gli organi dell’applicazione decideranno in merito a quelle conseguenze. Con l’avvertenza che ai fini della certezza del diritto non si tratta di formulare profezie su cosa domani deciderà questo o quel giudice. Si dice allora che la certezza del diritto consiste nella presenza in un contesto giuspolitico dato di criteri intersoggettivamente condivisi (criteri di correttezza) che permettano di formulare valutazioni rigorosamente attendibili sulle conseguenze giuridiche di certi atti o fatti. Il problema è che i criteri di correttezza sono ondivaghi e che, come ebbe a scrivere il prof. Azzariti, i giuristi sono relegati entro un’ottica funzionalista e di mera efficienza delle strutture di potere in qualche modo condannati a porsi al servizio del potere. Ne consegue che spesso accade che chi ha il potere può tranquillamente violare la legge sfruttando l’incertezza dell’interprete. Trento, lì 19 settembre 2019 Avv. Paolo Rosa



DIMISSIONI “DI MASSA” COA PESARO (Post di Stefano Santini su Assemblea Avvocati Pesaro) Con un'iniziativa spregiudicata quanto incomprensibile (se valutata sotto il profilo dell'interesse pubblico), sette membri del COA di Pesaro hanno rassegnato le dimissioni, facendo mancare il numero legale e portando il Foro verso il commissariamento.

Lo hanno fatto poco prima che si tenesse, dinanzi alla sezione giurisdizionale del CNF, l'udienza di discussione del reclamo, presentato nei confronti dell'elezione di quattro dei Consiglieri oggi dimissionari, per violazione del limite di legge del doppio mandato.

La sicumera ostentata, fino a quel momento, da questi ultimi, in ordine alla validità delle ragioni di diritto che ne avrebbero legittimato la presenza in seno al COA anche per il corrente mandato è venuta, dunque, meno proprio all'approssimarsi dell'ora del giudizio.

E' inutile soffermarsi sulle motivazioni formali del gesto, già illustrate pubblicamente dai dimissionari agli iscritti (senza averle prima comunicate agli altri Consiglieri, con voluto sgarbo istituzionale) e alle quali, in cuor proprio, penso non abbia realmente creduto nessuno, che non fosse irrimediabilmente miope.

La realtà percepita è, piuttosto, che esistono - come ben sanno, e ne hanno scritto, sia le Sezioni Unite che la Corte Costituzionale: che, invece, ci vedono benissimo - gruppi di pressione che ritengono, evidentemente, inaccettabile che la gestione di un COA possa restare affidata a persone estranee a determinate cerchie ristrette e che, pur di non correre tale rischio, sono ben disposti a far saltare il banco.

Ai quattro ineleggibili non ho nulla da dire (non avrebbero dovuto neanche esserci), ma mi ha stupito e ferito, come iscritto all'Ordine prima ancora che come Consigliere, la condotta dei tre Colleghi volontariamente dimissionari, per la mancanza di autonomia di giudizio e di discernimento dimostrate, non avendo costoro compreso né le conseguenze del gesto per tutto il Foro, né di essere stati considerati, proprio da coloro che li avevano candidati, alla stregua di pedine sacrificabili. Ripensateci, forse siete ancora in tempo.

Avv. Stefano Santini - Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Pesaro.


Vediamo se coloro i quali hanno avanzato reclamo saranno eletti. Se non saranno eletti con chi se la prenderanno? Se non saranno eletti vuol dire che impopolari erano e impopolari restano e che non ci sono sentenze o leggine ad gruppum che tengano?


Elettra Micieli commento agghiacciante


Dici? È giusto quel che dici. Stai tranquillo, per qualche mese ancora sarete superprotetti. A via Arenula non è cambiato nulla. In cambio dei processi eterni continuerete ad avere il vostro premio. Tranquillo. Non agghiacciarti troppo. È scritto, gli ultimi saranno i primi


Terribile davvero, inizia a diventare legittimo violate la legge e criminale adire la giustizia perché si applichi. Ma chiedersi se le candidature illegittime, abbiano o meno sporcato le elezioni mai? Eppure la matematica non è un'opinione : se gli ineleggibili non si fossero candidati, i non eletti, sarebbero eletti. Tipo 2 + 2


Elettra Micieli ... sbagli l'approccio. La "brama" di essere Consigliere appartiene, semmai, a chi ha voluto candidarsi nonostante il divieto e non certo a chi (come il sottoscritto) tale illegittimità ha fatto valere, nelle sedi preposte, in forza di quelle leggi e sentenze che un Avvocato dovrebbe - deontologicamente e ontologicamente - conoscere e rispettare. Se non saremo eletti, non ce la prenderemo con nessuno: la nostra professione è quella dell'Avvocato, non del Consigliere mestierante.


Non poteva mancare la retorica che nobilita e purifica. Non lo fo' per piacer mio, ma per far piacere a Dio. A voi non interessa affatto discutere di legittimitá, di costituzionalitá, di contraddittorietá di giudicati a seconda del tempo e degli interpreti, delle leggine che sono sentenze, della libertá dell'avvocatura, della libertá di scelta degli avvocati che è posta in pericolo dall'intervento statuale. Vi interessa, attraverso il dato formale discutibile e discusso innanzi ad organi giurisdizionali anche speciali, che voi attaccate a prescindere, di ottenere la sospirata cadrega. State tranquilli/e, se così sará disposto dalle sentenze definitive, gli avvocati reclamati si faranno da parte, nel rispetto religioso del giudicato. La vostra campagna denigratoria contro chi difende il suo buon diritto di elettorato passivo e il vostro stesso diritto di scelta non pagherá, non scoraggerá nessuno. È giusto ricorrere ai giudici, a tutti i giudici, non solo a quelli estivi, anche a quelli sovranazionali. È un dovere di testimonianza, specie se a incoraggiarci c'è la maggioranza degli avvocati che ci hanno scelto. Non possiamo far vincere coloro i quali non sono stati scelti.Faremmo a chi nin vi ha scelto. PuntoCmq, secondo me se quattro sono ineleggibili non si verifica lo scioglimento. Prima vanno reintegrati i legittimi consiglieri e se, nella composizione legittima, si verificano le dimissioni della maggioranza allora si ha lo scioglimento


Ahahahahah . L'ultimo giapponese. Non volete proprio misurarvi col consenso, vero? Se non vi nominano per grazia ricevuta, non sarete scelti mai. Su, procuratevi un'altra sentenzuccia o un'altra leggina così potrete gustare l'ebrezza di uno strapuntino per qualche tempo. Potrete dire ai vostri nipoti: io c'ero.


Elettra Micieli anche i mafiosi ed i politici sostenuti dalla mafia la pensano così


Vincenzo Sparti Bravo, non poteva mancare l'insulto bruciante. Non ti vergogni neanche un pochino? E tutto per cosa? Per uno strapuntino. Chiedimi scusa se sei un avvocato vero!


Elettra Micieli perchè dici così? Non volevo offenderti, ho solo rilevato che il ragionamento della primazia del consenso sempre e comunque costituisce giustificazione di goni totalitarismo,e nei contesti a densità mafiosa è invocato sempre dagli eletti. Prima del consenso esiste il problema della libertà del consenso, come sostenuto da Libero Grassi. Ti invito a riflettere su quanto sto dicendo anzichè difendere ad oltranza posizioni indifendibili.


Vincenzo Sparti il ricorso non viene discusso e diventa improcedibile


< Modello sociale della spoliazione legale >

< Indice >