Default dei sistemi pensionistici pubblici

Da const.

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Il default dei sistemi pensionistici pubblici[1] o default previdenziale si verifica al momento in cui lo Stato, non è in grado di onorare la sua garanzia finanziaria sulle prestazioni previdenziali promesse (maturato previdenziale o aspettative pensionistiche) da parte di sistemi pensionistici pubblici.

Ciò avviene quando gli enti previdenziali sono gestiti secondo il sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza e non è più garantita la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici per cui il debito pensionistico latente ha raggiunto dei valori per cui non si riesce più ad onorarlo oppure per gli enti previdenziali gestiti secondo il Modello previdenziale corporativo fascista, quando non rispettano più il limite di sostenibilità.

Le cause possono derivare dal palesarsi di situazioni collegate al rischio demografico|, al rischio economico| o al rischio politico| o dalla maturazione di una bolla previdenziale.

Il default dei sistemi pensionistici pubblici consiste nell'annullamento dei precedenti previsioni ed obblighi contemplati dalle leggi speciali sulle assicurazioni sociali obbligatorie e la loro sostituzione con nuove e adeguate normative che garantiscono ancora per un congruo periodo la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici ovvero il nuovo limite di sostenibilità.

Quindi è lo Stato stesso che attraverso leggi di diritto pubblico modifica le precedenti statuizioni, a conferma che i diritti acquisiti nel campo del diritto della previdenza sociale non sono riconosciuti anche in virtù dell'applicazione della teoria costituzionale nel diritto della previdenza sociale.

Uno degli ultimi esempi di default previdenziale è stato la riforma delle pensioni Fornero con l'introduzione del contributo di solidarietà e l'allungamento dell'età per il pensionamento di vecchiaia.

Si distingue dal default dei fondi pensione in quanto in un caso non vengono onorate le promesse pensionistiche, nell'altro caso non è stato rispettato il principio della capitalizzazione integrale| per varie cause.

I rischi di stabilità della gestione finanziaria dei sistemi pensionistici pubblici[modifica | modifica sorgente]

  1. Nei sistemi pensionistici senza patrimonio di previdenza:
    1. Squilibri tra popolazione pensionata e popolazione attiva rischio demografico|;
    2. Crollo dei redditi della popolazione attiva rischio economico|;[2]
    3. Squilibrio dei conti dovuto alle eccessive promesse pensionistiche;[3]

Distinzione del default previdenziale[modifica | modifica sorgente]

Il default previdenziale formale[modifica | modifica sorgente]

Il default| che riguarda il debito pubblico implicito ovvero il debito previdenziale latente viene definito formale. L'introduzione della nuova normativa in materia di sistemi pensionistici pubblico può intervenire in diversi aspetti del sistema:

Con tali modifiche normative si ha la riduzione del debito pubblico implicito o il suo trasferimento ad altri enti previdenziali solvibili.

Il default previdenziale sostanziale[modifica | modifica sorgente]

Il default| che riguarda il debito pubblico esplicito viene definito sostanziale e contempla:

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Il default latente nelle riforme pensionistiche lascia gli italiani ‘cornuti e contenti’, libertiamo.it.
    «Tuttavia a modo suo l'Italia ha già fatto default. La riforma delle pensioni con l’innalzamento a 67 anni della soglia di età per le pensioni di vecchiaia nella pratica non è altro se non l’ennesima ristrutturazione del nostro debito pensionistico.».
  2. Il Sole 24 Ore 2/11/2013, Un simile quadro però, soprattutto se destinato a protrarsi ancora per un periodo prolungato, comporta problemi di stabilità per il sistema pensionistico, tuttora basato sul principio della ripartizione: l'equilibrio finanziario è direttamente collegato alla massa contributiva che il mercato del lavoro è in grado di generare.
  3. Il Sole 24 Ore 27/12/2013, E visto che la loro aspettativa di vita stimata è di circa 85 anni, i baby pensionati incassano durante la loro vita almeno il triplo di quanto hanno versato durante la loro attività lavorativa.
  4. ADEPP 20/3/2013, Una volta costruita l’intera storia previdenziale del lavoratore dobbiamo andare oltre e mettere al centro dell’agire il tema dell’adeguatezza che si evidenzierà in tutta la sua gravità quando i giovani di oggi saranno i pensionati del domani. Dopo la sostenibilità, è la sfida prossima che vogliono vincere le Casse iscritte all’AdEPP.
  5. D.Lgs.509/1994, art. 2 c. 5 -In caso di persistenza dello stato di disavanzo economico e finanziario dopo tre anni dalla nomina del commissario, ed accertata l'impossibilita' da parte dello stesso di poter provvedere al riequilibrio finanziario dell'associazione o della fondazione, con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con i Ministri di cui all'art. 3, comma 1, è nominato un commissario liquidatore al quale sono attribuiti i poteri previsti dalle vigenti norme in materia di liquidazione coatta, in quanto applicabili.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Leggi[modifica | modifica sorgente]

Web[modifica | modifica sorgente]

ISTAT[modifica | modifica sorgente]

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trattamenti_pensionistici_e_beneficiari_-_12-nov-2013_-_Testo_integrale.pdf https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trattamenti_pensionistici_e_beneficiari_-_12-nov-2013_-_Nota_metodologica.pdf

News[modifica | modifica sorgente]

Collegamenti[modifica | modifica sorgente]

A1 - Glossario