Deriva della finanza

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La deriva della finanza è la branca della finanza funzionale alla spoliazione legale.

Consiste nella spoliazione legale specificatamente applicata nel campo della finanza in modo da realizzare il metodo più rapido ed efficacie per separare gli stupidi dai loro soldi.

Con la deriva della finanza si abbandona il campo della finanza classica e si generano dei mostri giuridici che sfidano tutte le leggi del capitalismo e del libero mercato.

Alcuni esempi:

  1. Le casse di previdenza dei liberi professionisti, in Italia, pur essendo amministrazioni pubbliche che raccolgono le imposte, con il patrimonio netto che dovrebbe essere tutelato secondo le regole del buon padre di famiglia, lo trasformano in capitale di rischio e vanno in borsa a trattare le azioni delle aziende quotate determinando di fatto una nazionalizzazione delle stesse.
  2. Le stesse casse di previdenza, per acquistare i titoli di debito dello Stato, ossia per fare una partita di giro tra amministrazioni pubbliche, vanno a pagare centinaia di milioni di commissioni bancarie.
  3. Il fondo Atlante per il salvataggio delle banche fallite. Le banche italiane supportate da Cassa depositi e prestiti, dalle Poste Italiane sono andate a salvare una banca fallita con i soldi dei correntisti che sul libero mercato non si sarebbero mai sognati di acquistare tali azioni.
  4. La Grecia era uno stato fallito, ma anziché far risolvere la questione al libero mercato, sono intervenuti gli Stati salvando le banche tedesche e francesi salvo ribaltare le perdite sui contribuenti europei.
  5. Il Giappone ha il fondo pensione forse più grande al mondo con un patrimonio superiore al debito pubblico italiano. Con questi patrimoni va sul mercato finanziario, di fatto alterando ogni equilibrio di mercato.


La responsabilità e la capacità di intendere e di volere[modifica | modifica sorgente]

Spesso si sente parlare di capacità di intendere e di volere capacità di intendere e di volere nella cronaca nera, quando viene commesso un [1]].

La voce di wikipedia rileva che i periti, tranne casi particolari di delirio, allucinazioni o assoluto distacco con la realtà, riconoscono in chi commette un reato la capacità di intendere.

La capacità di intendere e di volere è collegata con la responsabilità ossia la "possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione".

Alla voce responsabilità troviamo responsabilità soggettiva, oggettiva, civile, penale, patrimoniale, tutte situazioni che rientrano nella deriva della finanza nel gioco infinito delle parti.

Il testo unico della finanza è il fondamento giuridico sul quale si responsabilizza l'incapacità di intendere e di volere.

Alla base della spoliazione legale c'è, tra le altre cose, l'asimmetria informativa.

Il testo unico della finanza regola la creazione di prodotti finanziari che utilizzano la truffa semantica al fine di responsabilizzare un incapace di intendere dopo che ha passato un falso test MiFID.

L'incapacità di intendere di massa[modifica | modifica sorgente]

Le recenti operazioni di risoluzione delle banche fallite ha fatto emergere un nuovo fenomeno di massa ossia l'incapacità di intendere diffusa.

A margine delle discussioni sulle obbligazioni subordinate retroattivamente inserite tra gli strumenti finanziari che sopportano le perdite di capitale e l'azzeramento del valore delle azioni di due banche venete che ha coinvolto centinaia di migliaia di piccoli azionisti, ha fatto emergere che in Italia è diffusa l'incapacità di intendere.

Centinaia di persone hanno messo i loro risparmi di una vita stipulando contratti come se fossero l'acquisto di un bene tangibile quando dietro di essi vi era ben altro.

Aumenti di capitale si sono dissolti nello spazio di una notte senza che chi vi ha partecipato abbia la minima contezza dei fatti.

A fronte di situazioni che hanno allarmato gli incapaci di massa, che non hanno più continuato ad acquistare le azioni per ricapitalizzare le banche, le stesse si sono dovute attrezzare per superare il rischio di collasso del sistema.

Casi recenti in Italia[modifica | modifica sorgente]

Atlante ossia il fallito si capitalizza con i soldi di chi farà fallire[modifica | modifica sorgente]

Si dice che Atlante non sia pubblico e che i privati sono liberi di investire come vogliono ma, le dichiarazioni di Padoan :"Sì, senza il fondo Atlante che è intervenuto nell'aumento di capitale della Popolare Vicenza, si rischiava una crisi di sistema per le banche italiane." conferma che il sistema finanziario italiano ha infranto le regole.

Ossia si è arrivati ad una situazione tipo "too big to fail" e tutte le regole, leggi, obblighi che valgono per il saccheggiato, non valgono per i gruppi di potere.

Basti pensare che un fondo di diritto lussemburghese ha raccolto in 30 giorni 4,5 mld di euro, ha avuto tutte le delibere di approvazione da decine di fondazioni che sono praticamente di diritto pubblico, Poste, Cassa depositi e prestiti e con questi fondi ha acquistato una banca quando, un comune mortale, per avere l'autorizzazione per fare un terrazzo deve aspettare 6 mesi.

In questo caso, tutte le regole sulla gestione del risparmio sono saltate, il fondo ha trasformato il risparmio raccolto dalle banche in capitale di rischio per salvare altre banche.

Una volta si dice "too big to fail" un'altra volta è il patrimonio delle casse usato come capitale di rischio, la conclusione è che si attua sempre la spoliazione legale, ogni volta con un meccanismo diverso di spoliazione legale, in questo caso con una velocità talmente elevata che i commentatori si stanno già occupando d'altro.

Le obbligazioni delle banche italiane fallite nel 2015[modifica | modifica sorgente]

Il caso delle 4 banche italiane fallite nel 2015 si è svolto sotto la stretta sorveglianza di Banca d'Italia e della Consob.

Ciò nonostante, le banche per le quali si è arrivati anche ad una aumento di capitale durante la gestione commissariale, alla fine sono fallite.

Il primo passo per bloccare gli accertamenti è quello di separare la sorte dei crediti deteriorati o inesigibili conferendoli ad una bad bank.

In questo modo le good bank restano titolari delle attività libere dai pesi non più gestibili e possono poi essere rimesse sul mercato .

Le banche sono arrivate a vendere le obbligazioni facendo falsi MIFID a persone che non erano in grado di intendere i rischi legati al prodotto che acquistavano speculando sulla asimmetria informativa.

Dette obbligazioni non sarebbero dovute finire al pubblico retail ma restare nell'ambito degli investitori istituzionali.

Invece le banche, attuando la tecnica della segmentazione del mercato del denaro, vendevano agli investitori istituzionali le obbligazioni con rendimenti più elevati in quanto prezzate dal rischio, mentre al pubblico retail vendevano le stesse obbligazioni con un rendimento simile ai buoni del Tesoro pur con rischi notevolmente diversi.

La Consob non esitava a far eliminare dai prospetti informativi gli scenari probabilistici del rischio legato alla non restituzione del capitale.




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