Distopia reale

Da const.

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Le persone non vogliono ascoltare la verità perché non vogliono vedere le proprie illusioni distrutte.

(F.Nietzsche)


Nel mondo della distopia reale i mafiosi sono gli "antimafiosi" e i fascisti gli "antifascisti"


Utopia è un luogo inesistente nel quale in futuro si vorrebbe realizzare un regime politico, economico, sociale e religioso di libertà ove la pace, l'uguaglianza, la giustizia ed il bene prevalgono sul male, secondo il volere della maggioranza.

Distopia è un luogo inesistente nel quale in futuro si affermerebbe un regime politico, economico, sociale e religioso di schiavitù dove la guerra, la disuguaglianza, l'ingiustizia ed il male prevalgano sul bene, secondo il volete di una minoranza.

La distopia reale è un regime imbecillocratico ossia un regime politico, economico, sociale, religioso di libertà ove la disuguaglianza, l'ingiustizia ed il male prevalgano sul bene comune, secondo il volere di una minoranza o élite della spoliazione legale, con il consenso della maggioranza di imbecilli indotti inconsapevoli, per mezzo di un gruppo di imbecillocrati.

La distopia reale[modifica | modifica sorgente]

Il male, la disuguaglianza, la povertà prevalgono quando il potere è esercitato da élite della spoliazione legale che fa riferimento alla mafia ed alla massoneria con il principio generale di ignorare lo stato di diritto costituzionale e lo stato di diritto.

https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/pm-antimafia-dimatteo-siri/

Una delle ultime iniziative di questa wiki è stata di aggiungere una Appendice che ho chiamato, forse in modo poco corretto, Autori.

Potrebbero essere chiamati attivisti, ma con il termine Autori evidenzio l'originalità delle loro iniziative.

Iniziative che spesso condivido, sono caratterizzate dal fatto che in molti casi sono su temi lontani tra di loro anche se legati alla giustizia sociale.

Grazie ad una battuta di Francescomaria Tedesco mi sono reso conto di cosa accomuna gli Autori nella loro lotta quotidiana e solitaria, di quale è il loro comun denominatore.

Essa è la distopia reale ossia nella assoluta mancanza di presa di coscienza della realtà distopica in cui sono immersi.

Tutti ignorano l'esistenza della spoliazione legale, del patrimonio preda, del modello sociale della spoliazione legale per un semplice motivo: nessuno lo aveva mai descritto creando un glossario enciclopedico ad hoc.

Ma il punto centrale di questi autori è di ignorare i termini della asimmetria del conflitto sociale legale.

Se si guarda il recente settantennio di "regime democratico" nell'ottica degli ultimi cento secoli di regimi autoritari, ci si rende conto di quanto possano essere illusorie le locuzioni stato di diritto e stato di diritto costituzionale e prendere coscienza come nella realtà non siano mai realmente esistiti.

Se si guarda la storia della giurisdizione, nei 99,3 secoli antecedenti, i giudici sono sempre stati una élite di potere a servizio dell'élite di potere, ignorando spesso perfino la giurisdizione, figuriamoci la giustizia che non esiste proprio per definizione.

Tutti gli Autori credono nella legalità quando nel modello sociale della spoliazione legale, l'ordinamento è la gabbia.

Esempi di ignoranza della distopia reale[modifica | modifica sorgente]

Giambattista Scirè[modifica | modifica sorgente]

Giambattista Scirè è un ricercatore vittima dei massoni dell'Università di Catania e nel MIUR.

Con una battaglia legale decennale è riuscito a far condannare per la prima volta l'intera commissione di concorso.

https://www.trasparenzaemerito.org/notizie/prosperi-all-universit%C3%A0-la-logica-mafiosa-dei-concorsi-produce-stragi-di-speranze-e-intelligenze

A distanza di anni, la battaglia che fanno è ancora circoscritta al reclutamento universitario come se il fine ultimo dell'élite di potere sia quello di sistemare l'amante, il figlio o il nipote.

L'università è il centro della costruzione della verità utile alla gestione della spoliazione legale.

I primi dubbi sui professori ordinari mi sono venuti leggendo gli scritti sulle Casse di Previdenza dei liberi professionisti.

Vere e proprie perle di puttanatologia che nessun ricercatore si è mai preoccupato di mettere in dubbio.

Quando non si ha cognizione della asimmetria del conflitto sociale legale, come nel caso di Giambattista (che stimo), si individua il nemico nella commissione, composta da 3 individui quando il nemico è l'istituzione occupata dalla massoneria per sviarne gli obiettivi statutari.

work in progress[modifica | modifica sorgente]

La democrazia recitativa[modifica | modifica sorgente]

Una lucida precisazione di Emilio Gentile: «[…] ci sono pericoli per le democrazie del nostro tempo insiti nella trasformazione del "governo del popolo, dal popolo, per il popolo" in una democrazia recitativa, dove il popolo sovrano è chiamato periodicamente a esercitare il diritto di voto, come una comparsa che entra in scena solo al momento delle elezioni, per poi tornare dietro le quinte, mentre sulla scena dominano caste, oligarchie, consorterie, generatrici di diseguaglianza e corruzione. È quello che accade quando il metodo democratico, cioè la scelta dei governanti da parte dei governati, è dissociato dall’ideale democratico, cioè la creazione di una società di cittadini liberi ed eguali, dove ciascuno possa sviluppare la propria personalità, senza discriminazioni di alcun genere e nel rispetto degli altri.» https://mobile.ilsole24ore.com/art/cultura/2019-04-01/ma-oggi-ci-sono-i-fascisti/ABdykmiB


Documenti[modifica | modifica sorgente]

2020 04 23[modifica | modifica sorgente]

«Mi prendevano per pazzo, ora piangiamo di nascosto. Ci hanno lasciati soli» Inmagini registrate da Antonio Crispino

La farmacia «San Martino» ad Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, si trova proprio di fronte l’ospedale Pesenti - Fenaroli. Quello che il 23 febbraio è stato chiuso e poi misteriosamente riaperto dopo aver riscontrato i primi casi di coronavirus. Era una domenica, ossia il giorno in cui tutti i parenti dei pazienti vanno a far visita. C’erano già due contagiati ma non fu adottata nessuna precauzione particolare. A restare aperta, però, fu proprio la farmacia di Andrea Raciti, la San Martino, dove si riversarono le persone che correvano in pronto soccorso con febbre alta e congiuntivite. «Venivano tutti da Nembro, il focolaio del virus, erano una quarantina - racconta Raciti connesso via Skype dalla sua farmacia, imbardato con tuta, mascherina e guanti -. Eravamo i soli a essere dotati di protezioni e forse questo ci ha salvati perché ad oggi ci sono tre farmacie nel comprensorio chiuse perché tutto il personale è stato trovato positivo al virus».

Oggi Alzano Lombardo è uno dei comuni lombardi con il più alto numero di vittime da coronavirus. E’ un racconto straziante quello che fa Raciti, soprattutto quando spiega il dramma di dover rifiutare un aiuto a chi chiama per un’emergenza: quasi tutti amici e parenti visto che Alzano Lombardo conta poco più di 13mila abitanti. «Domenica 8 marzo ho fatto il turno di notte e ho avuto 42 chiamate per bombole di ossigeno e io avevo zero bombole. Non mi vergogno a dirlo ma ho pianto 42 volte. Imploravano “Come faccio con mio marito, mio nonno, mio padre… ti prego, aiutami”, non sapevo cosa rispondere, cosa fare, non avevo modo di aiutarli».

Una situazione che è degenerata perché, come sottolinea anche il farmacista in prima linea, «quando il 23 febbraio è stato raccomandato di stare chiusi in casa le persone erano in giro a mangiare gelati. E non li biasimo visto che ricordo ancora l’annuncio del sindaco di Bergamo che prometteva biglietti gratis per visitare il centro città. Mi dissero che ero un pazzo, che stavo sopravvalutando una normale influenza». Qualcuno in paese aveva anche ironizzato sul fatto che fu tra i primi ad aver imposto mascherine, guanti e ingressi controllati nella sua attività. Le farmacie, intanto, sono rimaste le uniche attività aperte insieme a supermercati, parafarmacie e tabaccai; lamentano di non avere gli strumenti adatti per combattere questa battaglia. «Siamo stati i primi a essere schierati in prima linea e gli ultimi a essere considerati. Abbiamo vissuto l’immediata chiusura degli ambulatori di base per mancanza di mascherine e guanti, lo stesso per le guardie mediche. Ancora lunedi sera il presidente Conte ha chiuso tutto ma ha lasciato le farmacie con orari invariati se non prolungati. Il risultato è che stiamo facendo la conta dei colleghi contagiati e morti».

Lo dice senza nessuna polemica, dall’alto dei suoi diciott’anni di esperienza nella Croce Rossa e con le lacrime agli occhi quando pensa alla sua famiglia, a sua figlia che non vede da tre settimane. «Faccio turni che iniziano alle 7 del mattino e finiscono la sera tardi, vedo mia figlia solo tramite whatsapp, lo stesso vale per i miei genitori; ho l’incubo di essere veicolo del virus verso qualche altro. Qui dove lavoro io piangiamo tutti di nascosto, ogni giorno, la mattina quando apriamo e la sera quando andiamo a casa. Cerchiamo di non farci vedere l’uno con l’altro per tenere il morale alto ma la situazione è davvero difficile e la gente non ha ancora capito che deve rinchiudersi in casa». Anche tu puoi essere determinante e puoi aiutarmi a salvare una vita . Se ti fidi di me. clicca qui 👇🏻 https://www.gofundme.com/f/raccolta-fondi-terapie-intensive?utm_source=customer&utm_medium=copy_link&utm_campaign=m_pd+share-sheet




Per capire l'imbecillità indotta inconsapevole basta vedere l'app Immuni. Se il 90% dei positivi sono asintomatici, come potrà mai funzionare?

2020 04 20[modifica | modifica sorgente]

Rolling Stone Italia: Un drone ha scattato la foto perfetta della quarantena. https://www.rollingstone.it/black-camera/photo-of-the-week/un-drone-ha-scattato-la-foto-perfetta-della-quarantena/513163/

TSO[modifica | modifica sorgente]

Nella distopia reale il tso lo fanno all'ultimo che è rimasto savio

https://const.miraheze.org/wiki/Distopia_reale

Gli avvocati credono nel lavoro, non li spaventa il duro lavoro per molte, molte ore al giorno. La realta’ con la quale sono tutti i giorni in contatto è però per loro la causa principale di stress. E se da un lato il nostro fisico e la nostra mente reagiscono in modo fenomenale quando la pressione è spinta al limite, e ci riescono cose che non avremmo creduto di poter realizzare nel tempo a disposizione, dall’altro rischiamo di collassare, non per l’eccesso di lavoro, ma per la preoccupazione e l’esaurimento. Quanto è accaduto al collega di Treviso deve farci riflettere, e dovrebbe far riflettere anche altri. I disservizi del sistema giustizia non penalizzano soltanto i nostri clienti e in generale il sistema economico, come spesso si dice, ma sono a ben vedere la massima causa dello stress di noi avvocati, che in questo sistema siamo inseriti (almeno finché ci occuperemo di giudiziale o prevalentemente di quello), e non abbiamo minimamente il “governo della macchina”, non potendo in alcun modo influire sul suo funzionamento. Infatti continuiamo forzatamente a popolare gli uffici giudiziari e a muoverci quindi in questo sistema, subendone i ritardi, i tempi indecorosi, i malfunzionamenti delle cancellerie, gli umori mutevoli (per essere gentili e usare garbati eufemismi) del personale e dei magistrati, i ritardi dei consulenti, le interruzioni dei sistemi telematici, etc.etc. E subiamo nel contempo il comprensibile sconcerto e scontento dei nostri clienti, ai quali è sempre più difficile spiegare il perche’ di tante, troppe anomalie che quotidianamente dobbiamo affrontare. Dobbiamo attendere tempi immemorabili per poter finire una causa e incassare il nostro compenso...... oppure faticare oltre ogni dire, con procedure farraginose e costose, per recuperare forzatamente quel compenso, se necessario. Ma non e’ finita qui, perche’ spesso dobbiamo combattere non solo l’inefficienza, ma anche il disinteresse, la scarsa cura nel compiere il proprio lavoro da parte di altri, disguidi che si verificano con allarmante frequenza, dovuti a disattenzione e superficialità’.....e molto altro potrei aggiungere, ma noi tutti ben conosciamo questa realta’. E allora il “perdere gravemente le staffe” da parte del collega di Treviso, al quale esprimo tutta la mia personale vicinanza, non è la manifestazione di un malessere individuale ma la evidente espressione del disagio di una intera categoria professionale: in lui possiamo tutti immedesimarci, per le sensazioni di impotenza che sempre più spesso proviamo, per le difficoltà, indipendenti da noi, che costruiscono giorno dopo giorno veri e propri macigni sulle nostre spalle, che via via si incurvano, come gli angoli della nostra bocca su visi purtroppo intristiti dalla sempre crescente difficoltà di gestire anche i nostri studi, piegati come siamo da incombenti sempre piu’ numerosi, la cui cura non ci appartiene per cultura, e incapaci, viste le spese enormi che sopportiamo, di trarne un adeguato riscontro economico. Aumenta lo scontento, la frustrazione, il disagio, anche economico, e la tensione quotidiana è altissima. Quanto “salta il tappo”, purtroppo le conseguenze possono essere anche gravissime: pensiamo a colleghi che recentemente si sono tolti la vita, pensiamo al collega di Treviso, che oggi ha trasceso a fronte dell’ennesimo rinvio, forse disposto con troppa disinvoltura dal magistrato, pensiamo anche ai clienti, che arrivano persino ad aggredirci, ed anche su questo la cronaca ha ampi riscontri. Eppure l’opinione pubblica non comprende lo stato in cui versa oggi l’avvocatura, cosi come non comprende l’alta funzione della difesa, i principi del processo, l’esigenza, in uno stato di diritto, di garantire il rispetto di valori cardine, cui non si puo’ abiurare. Credo condividerete queste mie amare riflessioni. Ma credo altrettanto che nelle cerimonie di inaugurazione dell’anno giudiziario, che si terranno nei prossimi giorni nei distretti e in Cassazione, nessuno affronterà con decisione questi temi, e se qualcuno lo fara’, con l’orgoglio e la dignita’ che meritano, ma al tempo stesso con decisione e franchezza, sara’ ben poco ascoltato dagli interlocutori. E in tutto questo nessuno, o forse pochi, si domanderanno che senso ha discutere tanto degli “avvocati in pericolo”, sottolineando pur doverosamente le persecuzioni di cui colleghi sono vittima nel mondo, se da tanto, troppo tempo, non ci si occupa concretamente, e non solo a parole, dei pericoli che corrono gli avvocati italiani, quelli “normali” si intende, che da anni sono anche impantanati nelle sabbie mobili di una crisi economica che ad oggi li ha quasi del tutto inghiottiti.... E nessuno, di certo, contestera’ al nostro illegale imperatore, che non perde occasione di comparire dinanzi agli obiettivi delle macchine fotografiche e delle telecamere, la dispersione per volonta’ sua e di chi lo sostiene in silenzio, di milioni di euro dei denari di questi stessi avvocati per compensi a legali per sostenere cause perse, per fini personali di qualcuno o di pochi, o per quella disgraziata iniziativa editoriale de Il Dubbio, che doveva diffondere la cultura dei diritti e affermare all’esterno la figura e il pensiero degli avvocati, e che ha fallito miseramente i suoi obiettivi. Nessuno, o pochi, lo contesteranno quando con la pretesa di rappresentare tutti noi salira’ le scale della Cassazione, e magari stringera’ la mano, rallegrandosi per la nomina odierna, del nostro ineffabile ministro....che tante frasi famose ha gia’ inanellato e tanti diritti ha gia’ calpestato......facendosi promotore e sostenitore di riforme contrarie ai principi costituzionali. Cari colleghi, cosa altro deve succedere perche’ si comprenda che cosi non è più possibile andare avanti ? Quanti avvocati di Treviso dovremo conoscere nei prossimi mesi? Quanti studi chiuderanno tra la tristezza e la frustrazione di colleghi che non ce la fanno piu? Quanto ancora dovremo vedere sorrisi inutili dinanzi alle telecamere o nelle fotografie, e nulla, neppure un messaggio di solidarietà, a chi di noi soffre tanto da arrivare a gesti eclatanti e del tutto inusuali....finora almeno? Ci si può limitare oggi a restare nel proprio studio, a leggere news in silenzio, oppure limitandosi a un like o a un comodo commenti sui social, senza fare nulla di concreto, ciascuno per quello che puo’? Scusate lo sfogo, ma anch’io, quando vedo e leggo certe cose, non ce la faccio proprio piu!

Avvocatura[modifica | modifica sorgente]

https://www.mondoprofessionisti.it/intervento/larroganza-del-potere/

Coltivazione della stupidità[modifica | modifica sorgente]

https://www.agora24.it/2017/07/vuoi-carriera-allora-devi-sembrare-unidiota-non-domande-eseguire-gli-ordini-senza-critiche/

Covid19[modifica | modifica sorgente]

Rolling Stone Italia: Un drone ha scattato la foto perfetta della quarantena. https://www.rollingstone.it/black-camera/photo-of-the-week/un-drone-ha-scattato-la-foto-perfetta-della-quarantena/513163/


Collegamenti[modifica | modifica sorgente]



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