Il conflitto pensionistico/Rischio di longevità

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Il rischio di longevità è un concetto applicato nel campo attuariale assicurativo e nel campo della previdenza sociale.

Con esso si indica la probabilità di sopravvivere per un periodo superiore a quello consentito consumando il reddito accantonato durante la vita attiva.

Nel campo della previdenza sociale pubblica la pensione pubblica è lo strumento previsto dallo Stato per consentire al cittadino una vita dignitosa nel momento della vecchiaia quando non si produce più reddito.

La pensione pubblica viene quindi erogata dagli enti previdenziali secondo schemi pensionistici a partecipazione obbligatoria nella previsione che il cittadino durante la vita attiva non sarebbe previdente e costante nell'accantonamento di sufficienti risorse economiche per permettere una vita dignitosa.

La valutazione del rischio di longevità è legata alla definizione ed applicazione delle tavole di mortalità che indicano i valori della vita media di una coorte di persone. Le tavole di mortalità infatti sono utilizzate nella determinazione della rendita che sarà erogata vita natural durante in base ad un montante maturato ad una certa data da un soggetto appartenente alla popolazione di riferimento.

La rendita vita natural durante viene calcolata dividendo il montante per gli anni di vita che restano mediamente al soggetto assicurato.

Il rischio di longevità può quindi essere valutato per il singolo contratto o rapporto o secondo una collettività sia dal punto di vista dell'assicurato[1] che gode della rendita vita natural durante o dal punto di vista del fondo pensionistico o compagnia di assicurazione in qualità di soggetto erogatore.

Un altro significato di rischio di longevità è legato agli aumenti di costi per l'assicuratore nel caso in cui per una coorte vi sia uno scostamento sistematico rispetto alle tavole di mortalità sulle quali sono state modellate le polizze.

Applicazione[modifica | modifica sorgente]

Il rischio di longevità nel caso della rendita vitalizia[modifica | modifica sorgente]

La rendita vitalizia è una obbligazione regolata secondo le norme del Codice Civile art. 1872 e seg.| e può essere costituita a titolo oneroso a seguito di cessione di un immobile o del capitale.

Utilizzando le tavole di mortalità|, se la rendita viene costituita in favore di un beneficiario di n anni di età che ha m anni di vita media, la rendita annuale vita natural durante sarà di importo pari al capitale diviso il numero degli anni di aspettativa di vita media alla data di costituzione della rendita.

In questo caso, in caso di morte prima del raggiungimento dell'età media prevista nelle tavole di mortalità, il contraente beneficiario ha perde ad una quota del capitale a vantaggio del contraente debitore che avrà una utilità dovendo corrispondere un numero di rate inferiore.

Viceversa, nel caso in cui la morte del beneficiario sia posticipata rispetto alla vita media si avrà una utilità mentre la perdita sarà a carico del contraente debitore.

Con la costituzione della rendita vitalizia, il beneficiario si tutela dal rischio di longevità nel caso in cui la vita si prolunghi oltre la vita media e quindi si profili la possibilità di non avere redditi nel momento del bisogno determinato dalla vecchiaia.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. Longevity risk 2009, p. 26 Nello stesso modo gli individui sono preparati a pagare all’assicuratore un premio basato sulla correttezza attuariale (per esempio in riferimento a P) del prezzo di una rendita, al fine di assicurarsi contro il loro personale longevity risk.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

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A1 - Glossario