Il conflitto pensionistico/Sostenibilità sociale del sistema pensionistico pubblico italiano

Da const.

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La sostenibilità sociale del sistema pensionistico pubblico italiano[1][2] attiene allo studio dei rapporti politici, economici, sociali che sono regolati dal sistema pensionistico pubblico in Italia basato su una moltitudine di gestioni pensionistiche pubbliche che applicano uno schema pensionistico con formula della rendita predefinita.

Contempla l'analisi dei sistemi pensionistici obbligatori valutando gli effetti socio economici derivanti dal modello previdenziale attuato.

Essa verifica gli effetti delle riforme dei sistemi pensionistici pubblici nell'economia, nella politica e dal punto di vista sociale.

Poiché le riforme si susseguono per mantenere la sostenibilità fiscale del sistema pensionistico pubblico italiano anche gli effetti sono molteplici e mutevoli.

La sostenibilità sociale di un sistema pensionistico pubblico[modifica | modifica sorgente]

La sostenibilità sociale di un sistema pensionistico pubblico a redistribuzione dei tributi riguarda i seguenti aspetti:

Copertura dei rischi[modifica | modifica sorgente]

I rischi che possono essere coperti da un sistema pensionistico pubblico sono:

In Italia[modifica | modifica sorgente]

In Italia i sistemi pensionistici pubblici frammentati prevedono una ampia differenziazione nella copertura dei rischi.

I dipendenti hanno maggiori tutele, gli iscritti alla Gestione separata INPS, hanno minori tutele riguardo alla malattia.

I lavoratori autonomi hanno ancora minori tutele riguardo la malattia e la maternità.

La maggiore varietà di tutela riguarda comunque il rischio di longevità con tassi di sostituzione netti variabili anche del 50%.

Politiche di redistribuzione dei redditi[modifica | modifica sorgente]

In considerazione che i sistemi pensionistici a redistribuzione dei tributi, operano appunto attraverso il prelievo tributario una redistribuzione dei redditi, la sostenibilità sociale riguarda l'analisi dell'impatto sui conti delle famiglie di questa redistribuzione.

In Italia, a seguito della crisi del 2007 si è avuto un crollo dei redditi dei lavoratori al quale non è corrisposto un parallelo adeguamento degli importi delle pensioni.

Ciò ha determinato lo spostamento della ricchezza tra coorti che è possibile verificare attraverso l'Indice di beneficio relativo.

Nelle gestioni corporative, essendo le stesse in fase di avvio, le pensioni in corso di erogazione beneficiano di un tasso di rendimento apparente elevatissimo, calcolato per alcuni anni anche all'80% dei contributi versati, contro rendimenti apparenti nulli o in alcuni casi negativi per gli attuali iscritti.

Il contesto socio-economico e politico regolato dai sistemi pensionistici pubblici in Italia[modifica | modifica sorgente]

I sistemi pensionistici obbligatori sono gli strumenti attraverso il quale, gli Stati affrontano il problema della sicurezza sociale.

Nei paesi OCSE è diffusa la gestione finanziaria degli enti previdenziali secondo il sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza.

Esiste una notevole variabilità nella applicazione di questo schema generale che si sostanzia nella applicazione coordinata di uno schema pensionistico con formula delle rendite predefinita più o meno generoso in quanto a tasso di rendimento apparente restituito agli iscritti.

L'ampiezza che hanno assunto tali schemi pensionistici nell'economia dei paesi avanzati fa si che per questi, l'equilibrio economico-sociale-politico sia ormai ampiamente determinato dalle variabili ad esso legato.

In diversi paesi, la eccessiva generosità dei sistemi pensionistici ha generato una bolla previdenziale origine di squilibri macroeconomici dell'economia nazionale che ha contribuito in maniera determinante alla crisi economica della nazione.

Alcune posizioni politico-economiche sulla sostenibilità sociale del sistema pensionistico pubblico italiano[modifica | modifica sorgente]

Mauro Maré presidente del MEFOP[modifica | modifica sorgente]

Nel 2014 il professore Mauro Maré segnalava con alcuni articoli l'evidenziarsi degli squilibri del sistema pensionistico italiano, sia pubblico che privato, come presupposto per la nascita del conflitto intergenerazionale.[3]

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

2 - Sistemi pensionistici pubblici

< Indice >

  1. Raffaele Zenti, Sapete che il calo del PIL riduce anche le vostre pensioni? Ecco perché, in AdviseOnly. URL consultato il 10 novembre 2014.
    «c’è il tema della sostenibilità sociale dei sistemi pensionistici pubblici».
  2. Maurizio Benetti, Si profila un conflitto tra pensionandi e pensionati. URL consultato il 27 agosto 2015.
    «Un sistema pensionistico a ripartizione, con le pensioni finanziate dai contributi di chi lavora, è accettabile dai lavoratori nella misura in cui le loro pensioni attese siano simili a quelle per le quali versano i contributi. Diventa non accettabile se i lavoratori debbono finanziare con i loro contributi pensioni sensibilmente più alte di quelle che potranno avere.».
  3. Francesco Pacifico, Se i figli non pagano la pensione ai padri?, in Il Garantista, 06/11/2014. URL consultato il 6 novembre 2014.
    «Il problema è che qui si stanno mettendo le basi per un conflitto intergenerazionale, che va evitato.».