Il conflitto sociale tra pensiero unico e libertà di pensiero

Da const.


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Aggiungo un particolare che la dice lunga sulla mentalità omertosa del mio settore scientifico disciplinare (a partire dalla Sissco, sulla quale presto scriverò in dettaglio quando avrò le audizioni trascritte del processo): ho tra i miei contatti centinaia di colleghi più e meni giovani del mio settore, e nessuno che abbia il coraggio neppure di mettere mi piace per paura di mettersi contro gli amici degli amici degli amici dei commissari, che poi sarebbe tutto il settore intero. Complimenti per il coraggio e la schiena dritta, addirittura conigli, non solo dopo le sentenze amministrative ma anche fin dopo la sentenza penale.



Ringrazio l'amico Sciré per avere reso pubblica la mia lettera. Ne confermo anche le virgole e non da "precario" alla ricerca di un posto nell'Università,ma da professore ordinario che conosce a fondo, avendola vissuta personalmente, la storia che spiega sia la coraggiosa e alla fine vincente azione di impegno civile di Sciré, sia gli indecenti convincimenti "opportunistici" che leggo in alcune delle lettere sopra pubblicate. Sull'intera questione occorrerebbe attivare, al di là di un contingente dibattito, una riflessione seria di "lungo periodo": una spiegazione approfondita, e super partes, fondata su una corretta ricostruzione storica. Ma c'è da dubitare che in tempi tanto poco inclini alla comprensione critica dei processi reali, qualcuno sia davvero interessato a conseguirla.



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