Lo Stato padrone del mercato

Da const.

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https://www.facebook.com/1419084202/posts/10219555217417242/



Il Sussidiario.net: CASO SIRI/ Quelle nozze distruttive tra toghe giacobine e democrazia diretta. https://www.ilsussidiario.net/news/politica/2019/4/20/caso-siri-quelle-nozze-distruttive-tra-toghe-giacobine-e-democrazia-diretta/1873756/


https://www.francescosimoncelli.com/2019/04/in-difesa-del-libero-mercato.html?m=1


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2022 03 11[modifica | modifica sorgente]

Il Keynesiano Gaudente Premesso che qualsiasi guerra porta sempre e solo disastri e disgrazie, dovremmo almeno provare a trarne qualche insegnamento.

In campo economico a mio avviso la pandemia prima e la guerra poi hanno dimostrato come l’allegra storiella della globalizzazione che rende tutti felici e contenti è appunto una storiella.

L’impossibilità di fare fronte ai “colli di bottiglia” nella catena della produzione e l’eccessiva dipendenza per le forniture, non solo energetiche, verso paesi terzi, ha reso spietatamente chiaro come la spregiudicatezza con cui si è delocalizzato tutto il possibile non sia stata una grandissima idea.

Allo stesso modo il tentativo di isolare economicamente la Russia ha mostrato come qualsiasi intervento sui mercati finanziari sia possibile, se esiste la volontà politica. Potrebbe essere l’occasione per rendere un pochino più trasparente il mercato dei capitali, se è possibile colpire finanziariamente singole persone e addirittura interi paesi, dovremmo essere pronti a rendere la vita un po’ più difficile anche a quei soggetti, grandi multinazionali in primis, che trattano il mondo come se fosse cosa loro, fregandosene di leggi e regolamenti.

Infine se l’innalzamento spropositato dei costi dell’energia non darà la spinta definitiva alla transizione verso nuove fonti, che siano rinnovabili o meno, non so cosa lo potrà dare. Cinicamente non si tratta nemmeno più di essere convinti o meno del cambiamento climatico in corso e quindi di “salvare” il pianeta, bensì di sopravvivenza.

Sono ben conscio che probabilmente nulla di tutto questo accadrà.

Finita l’emergenza, speriamo il prima possibile, si tornerà a cercare il modo di trasferire la produzione di qualsiasi cosa in qualche paese del terzo mondo con forza lavoro a costi bassissimi, si cercheranno nuovi e creativi modi di fare denaro approfittando di legislazioni permissive e parleremo di come in futuro “dovremmo” tutti ritrovare una vena ambientalista senza però rinunciare a nulla.

Speriamo almeno che l’amato Lagavulin 16 continuino a farlo ad Islay, ma ormai mi aspetto di tutto, anche lo spostamento della produzione in Bangladesh…


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