Lo scudo legale per le fondazioni

Da const.

Art. 25. Codice civile

(Controllo sull'amministrazione delle fondazioni).

L'autorita' governativa esercita il controllo e la vigilanza sull'amministrazione delle fondazioni; provvede alla nomina e alla sostituzione degli amministratori o dei rappresentanti, quando le disposizioni contenute nell'atto di fondazione non possono attuarsi; annulla, sentiti gli amministratori, con provvedimento definitivo, le deliberazioni contrarie a norme imperative, all'atto di fondazione, all'ordine pubblico o al buon costume; puo' sciogliere l'amministrazione e nominare un commissario straordinario, qualora gli amministratori non agiscano in conformita' dello statuto o dello scopo della fondazione o della legge.

L'annullamento della deliberazione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi di buona fede in base ad atti compiuti in esecuzione della deliberazione medesima.

Le azioni contro gli amministratori per fatti riguardanti la loro responsabilita' devono essere autorizzate dall'autorita' governativa e sono esercitate dal commissario straordinario, dai liquidatori o dai nuovi amministratori.


Dialoghi[modifica | modifica sorgente]

2020 09 28[modifica | modifica sorgente]

"Gent.mo Senatore Morra, prendo spunto dalle sue recenti dichiarazioni sull'avvocatura italiana. Ho apprezzato, contrariamente alla quasi totalità dei coiscritti all'ordine forense italiano, la riflessione che lei ha voluto stimolare circa la massificazione della nostra professione. In realtà, i numeri attuali, su cui lei ha puntato giustamente la sua riflessione, sono anche frutto del sistema malato in cui è ormai immersa l'avvocatura italiana, un sistema che parte da lontano, imbrigliato e imbavagliato dalla nostra legge professionale. Spesso nelle mie considerazioni, anche pubbliche, ho definito la nostra legge professionale una perfetta macchina da guerra che, unitamente ad una forma di partitismo amorale delle rappresentanze, alimenta un sistema che si nutre di sé stesso. Un'avvocatura feudale, legata ad un sistema elettivo che non tiene conto delle minoranze, l'obbligatorietà dell'iscrizione all'ente professionale ai fini dell'esercizio della professione e l'incuranza della legge sul doppio mandato sino all'eversione. Un 'avvocatura economicamente gratificata e non vessata da una imposizione previdenziale capestro, non alimenterebbe le fila del reticolato creato dal sistema per determinare soggezione e subordinazione. Queste ultime, costituiscono il vincolo per alimentare aspettative economiche e "di ruolo" capaci di gratificare chi, nella professione, non ripone alcuno slancio identitario e professionalmente meritevole di successo. Si unisce a questi elementi, la selezione, la formazione e l' accesso ad un sistema dove il merito non è misura del valore. Dalla formazione all'inserimento nel mercato del lavoro, la situazione deve restare com'è; la legge professionale, unitamente all'obbligatorietà dell'iscrizione a cassa forense, sono le principali tenaglie del sistema e la legge professionale, lo ripeto ...è una "perfetta macchina da guerra". Ecco perché Senatore...dobbiamo essere tanti, troppi e massificati: più siamo più paghiamo ...paradossalmente per essere "avvocati".

Oggi, chi ha dato causa al sistema, persevera negli obiettivi per garantirlo e blindarlo da ogni interferenza fuori e dentro la categoria.

Anche l'informazione è criptata e blindata dal foglio dell'avvocatura...il Dubbio. Il bilancio di esercizio della Edizioni Diritto e Ragione srl, casa editrice de IL DUBBIO, si è chiuso al 31.12.2019 con una perdita pari ad - € 1.092.283, perdita da ripianare, utilizzando la riserva appositamente costituita, così come si evince dal bilancio depositato. La società Edizioni Diritto e Ragione srl é interamente partecipata dalla FAI, una delle fondazioni del Consiglio Nazionale Forense. Il CNF tramite la propria Fondazione FAI - Fondazione Avvocati Italiani '- ha costitutivo nel 2015 la società di capitali Edizioni Diritto e Ragione s.r.l., con sede in Bolzano, con il compito di provvedere alla pubblicazione del quotidiano. Al fine di consentire la diffusione del quotidiano, a seguito di riunioni tra i componenti del CNF, il direttore responsabile e gli Ordini distrettuali hanno deciso che gli iscritti ai rispettivi albi professionali risultano .....ABBONATI DI UFFICIO, in senso stretto e letterale, senza voler fare simpatica ironia. La perdita sarà ripianata? La riserva , per ripianare la perdita..."come è stata appositamente costituita"? ll Cnf, nella sua struttura decapitata dal reggente illegale e decimata dagli illegali sospesi, è una impalcatura che cerca di resistere alle "minacce di ripristino della legalità". Adottare il sistema del ripudio della trasparenza, favorisce la mancata conoscenza dei meccanismi che muovono l'attribuzione degli incarichi, oscura il funzionamento del sistema, lo rende inaccessibile, lo censura, acuendo in maniera esponenziale il distacco tra rappresentanti e rappresentati. Lo scheletro amputato, resiste e deve resistere, perché il vero meccanismo che alimenta il sistema è dato anche dagli organismi satellite di diritto privato. FAI e FIIF, sono due fondazioni che fanno capo al CNF...sono le due fondazioni del CNF.

Le fondazioni, in generale, costituiscono, da tempo, per esplicite   indagini conoscitive condotte dall'autorità anticorruzione, il paracadute legale/istituzionale che consente alle consorterie, presenti ormai in qualunque  o quasi tutti i sistemi di potere...autoreferenziali, di operare e resistere. Le fondazioni sono il vero obiettivo di un'indagine diretta a ristabilire la legalità in qualunque tipo di istituzione.

All'esterno, abbiamo la struttura...all'interno, in assenza di adeguata pubblicità e comunicazione per favorire informazione e trasparenza ai coiscritti, di fatto, la distribuzione delle attività in genere, avviene attraverso i meccanismi del diritto privato e basta leggere anche superficialmente gli statuti di dette aggregazioni di diritto privato per averne prova. Orbene, aver previsto nello spazzacorrotti la possibilità di equiparare le indagini anche alle fondazioni non basta se lo Stato non predispone i mezzi e le sostanze economiche per far fronte alle accurate indagini dirette a ristabilire la legalità. Se la legalità non deve risolversi in un mero esercizio labiale per accompagnare progetti politici non meglio identificati è bene porre a baluardo della propria attività una seria indagine, diretta a svelare i meccanismi per i quali l'informazione "su carta" è solo espressione del sistema autoreferenziale costituito, con l'aggravante che tutto avviene a "spese di tutti per finanziare i pochi"

Da ultimo e non per minore importanza, la vicenda sul doppio mandato che ha visto decapitato dal punto di vista giudiziario il Consiglio Nazionale Forense, nel silenzio di tutte le rappresentanze istituzionali dell'avvocatura, delle rappresentanze politiche interpellate, anche attraverso una istanza di Commissariamento inviata all'attuale guardasigilli e debitamente ignorata, induce la politica ad una seria riflessione sull'avvocatura e sul ridimensionamento che "certi stili di vita" debbano subire, per garantire l'alternanza democratica nei ruoli istituzionali, il rispetto delle regole e il rilancio di una categoria destinata all'estinzione. La copertura istituzionale offerta, sino ad ora, dall'attuale governo è plastica rappresentazione che ormai il sistema è blindato. Tuona ancora irriverente utilizzare le espressioni "metodo mafioso" del sistema, ma solo perché si vuole evitare che anche l'avvocatura subisca i meccanismi di controllo e repressione necessari per evitare e sconfiggere lo stato delle cose. Eppure le mafie e corruttele sono ormai diverse e mutano al mutare e susseguirsi degli eventi nel fluire della storia. Metodo mafioso e corruzione sono divenuti fenomeni ormai "trasparenti ed invisibili"e, paradossalmente, entrambe le qualificazioni sono l'una la diretta conseguenza dell'altra. Non c'è offesa, non c'è richiamo o sanzione alcuni da invocare per chi, con questi termini, intende rappresentare lo "stato delle cose" . Chi si sdegna per l'utilizzo del termine, invoca un espendiente, al fine di evitare l'assunzione della

responsabilità di una denuncia doverosa che per ruolo, per funzione e per professione ogni cittadino/avvocato dovrebbe introdurre.

Una riflessione Senatore...sull'avvocatura, che come ogni sistema non è immune dal fascino del potere e dai meccanismi per conservarlo e per consolidare le ormai "famose rendite di posizione" invocate dalla altrettanto famosa ma disattesa sentenza degli Ermellini. La pietra nello stagno da lei lanciata ha prodotto una serie di cerchi concentrici che mi auguro non si disperdano nella memoria di considerazioni lasciate in balia dell'immobilita' di uno stagno impudridito. La ringrazio sin d'ora per l'attenzione che vorrà accordare alle mie riflessioni e resto in fiduciosa attesa che lo slancio riformista delle uniche proposte di legge in tema di avvocatura (Proposta Bruno Bossio e Proposta Colletti ) trovino accoglimento e gradimento per l'urgenza che ne determinerebbe il loro esame. Con ossequi Avv. Franca Giordano "

Documenti[modifica | modifica sorgente]

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/07/open-ce-una-nuova-accusa-ora-si-indaga-per-corruzione/6028746/

Collegamenti[modifica | modifica sorgente]