Luca Maria Blasi

Da const.

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varie[modifica | modifica sorgente]

20220207[modifica | modifica sorgente]

Gli spauracchi servono ad acquisire il consenso delle menti deboli. Che essendo la maggioranza, legittimano poi il potere. Insomma: le élites stabiliscono a priori il da farsi; poi la massa seguirà. È una perversione del sistema democratico.

2022 01 04[modifica | modifica sorgente]

VACCINO: PERCHÉ NO ALL'OBBLIGO

La sinistra torna alla carica proponendo il buco "sociale".

Ammessa e non concessa la buona fede (ricordate il libro-fantasma di Speranza e le considerazioni sulla pandemia come occasione per riaffermare "l'egemonia della sinistra"?😡) qui siamo ancora una volta di fronte al pensiero debole di chi non approfondisce le implicazioni giuridiche dei comportamenti individuali, non essendo abituato, nell'esame dei problemi, a porsi nella prospettiva concreta della singola persona pensante (visione libertaria) ma della massa indistinta obbediente ai capi, fittiziamente omogenea e depositaria del c.d. bene comune. Il bene comune esiste solo come sintesi dei beni individuali liberamente scelti, non ha una sua autonomia.

Dal punto di vista libertario, l'obbligo di vaccinazione non è inconcepibile, ma costituisce un'ipotesi-limite, assolutamente teorica e quindi di scuola, che può verificarsi solo in presenza di una serie di condizioni, ciascuna delle quali essenziale e determinante, ossia:

1. La malattie deve essere contagiosissima, incurabile, ad altissima letalità (percentuale a due cifre) e non devono esistere idonei dispositivi di protezione individuale (DPI) ;

2.il vaccino sia obiettivamente sicuro ed efficace come barriera al contagio.

Nessuna di queste condizioni si è verificata nell'attuale situazione, in cui:

1. la malattia ha una bassa letalità, stimata intorno al 2% dall'OMS sui casi accertati; il che fa supporre che, considerando l'enorme numero di asintomatici non accertati, il tasso effettivo sia di molto inferiore;

2. Esistono cure efficaci, purché tempestive;

3. Esistono DPI che funzionano;

4. I vaccini esistenti non si sono rivelati efficaci come barriera al contagio, e causano effetti collaterali con molta più frequenza di quelli tradizionali; di quanto, lo si saprà solo al termine della sperimentazione (il cui esito dipenderà dal passaggio del tempo, non solo dal numero dei vaccinati).

Tutti questi elementi provano l'assoluta irragionevolezza dell'introduzione per legge di un obbligo di vaccinazione nell'attuale situazione.

In altri termini, il COVID 19, con le sue varianti, non costituisce neanche lontanamente il caso apocalittico di scuola - eccezionale tra le stesse pandemie - dell'evento batteriologico contagiosissimo ed estintivo, con la gente che muore come mosche per strada senza possibilità di difendersi individualmente, il solo che giustificherebbe un obbligo vaccinale generalizzato, in deroga alla regola della responsabilità individuale.

Ma oggi, grazie a Dio, non siamo in queste condizioni ed è in atto una chiara strumentalizzazione dell'emergenza per dichiarati fini di egemonia politica, alla quale ci si deve opporre fermamente, per non perdere definitivamente i diritti fondamentali di libertà, che sono innati, non frutto di concessione altrui, come qualcuno vorrebbe affermare.

2021 12 13[modifica | modifica sorgente]

SI TORNA AL VIA: LA BUFALA DELLA VACCINAZIONE PER IL BENE COMUNE HA FATTO IL SUO TEMPO

La vulgata ufficiale ora ammette che i vaccini non servono ad evitare il contagio, ma solo a non prendersi la forma grave della malattia. Decisione squisitamente individuale.

Quindi contrordine, compagni: non si tratta - oggettivamente - di un gesto altruistico e si torna alla logica tradizionale: mi vaccino per me e per i miei cari, non per il bene comune.

Ciò ha delle precise implicazioni giuridiche e politiche: sconfessa l'inversione dell'onere della prova operata con le certificazioni e allontana la giustificabilità dell'obbligo generalizzato del vaccino, ipotizzato proprio sulla base del fatto erroneo che l'inoculazione inibisca il contagio degli altri.

Rientriamo dunque il più presto possibile nella logica del Codice di Norimberga* (e del buon senso) e riapriamo tutto in ragionevole sicurezza.

  • Consiste di 10 punti:

1. Il consenso volontario è assolutamente essenziale. Ciò significa che la persona interessata debba avere capacità legale di esprimere il consenso; che essa sia nella condizione di poter esercitare un libero potere decisionale senza che si intervenga con la forza, con la frode, con l'inganno, con minacce o esagerando con qualsiasi forma di vincolo o coercizione; che essa abbia sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi coinvolti nello studio, tali da permettere una decisione consapevole e ragionata. Questo ultimo elemento fa sìiche prima che il soggetto decida affermativamente sia informato circa la natura, la durata, lo scopo della sperimentazione, nonché dei metodi con cui verrà condotta, qualsiasi disagio o pericolo potenziale ed i possibili effetti sulla salute che potrebbero derivare dal partecipare alla sperimentazione. Il dovere e la responsabilità di accertare la bontà del consenso rimane in capo alla persona che avvia o dirige la sperimentazione. Questo è un dovere personale ed una responsabilità che non possono essere delegate impunemente.

2. L 'esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società; la natura dell'esperimento non dovrà essere né casuale, né senza scopo.

3. Ci dovrà essere una pianificazione dell'esperimento sulla base degli esperimenti in fase preclinica in vivo, e sulla base della conoscenza approfondita della malattia

4. L'esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.

5. Non si deve eseguire la sperimentazione se a priori si è a conoscenza che tale sperimentazione possa causare danni o morte.

6. Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello dei vantaggi, determinati dalla rilevanza umanitaria del problema che l'esperimento dovrebbe risolvere.

7. Si dovrà fare una preparazione tale da evitare che il soggetto abbia lesioni, danni o morte.

8. L'esperimento potrà essere condotto solo da persone scientificamente adeguate e qualificate, con il più alto grado di attenzione verso la sperimentazione e l'essere umano.

9. Nel corso dell'esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera facoltà di porre fine ad esso se ha raggiunto uno stato fisico o mentale per cui gli sembra impossibile continuarlo.

10 . Durante l'esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la continuazione dell'esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano.

2021 12 03[modifica | modifica sorgente]

IL PENSIERO DEBOLE SANITOCRATICO

In questa pandemia non c'è mai stato un problema sanitario autonomo, ma essenzialmente una serie di questioni giuridiche legate alla sanità pubblica, tuttora irrisolte.

La prima questione riguarda i confini del concetto di interesse alla salute pubblica, assolutamente nebulosi rispetto al chiaro diritto individuale. Si pretende di evitarne la definizione agitando lo spettro del contagio, che però può essere evitato da chi lo tema adottando certi comportamenti (distanziamento, mascherina, vaccino), senza alcuna necessità di imporli agli altri facendone una questione "collettiva". Specie quando si è arrivati, infine, alla ovvia conclusione che col virus si debba convivere.

Se si ammette poi la coercizione per reprimere certi stili di vita dannosi - in senso lato - per la collettività, si finisce dritti nelle braccia dello Stato etico autoritario. Drogati, fumatori, bulimici, anoressici, alcolisti, ludopatici e chi più ne ha più ne metta certamente intasano le strutture sanitarie pubbliche impedendo ai "sani" (?) o a chi ha malattie cardiovascolari o oncologiche di accedervi, incidendo pure notevolmente sulla spesa pubblica.

Ma ci sarebbe poi da chiedersi, per coerenza, se per caso anche i pazienti cardiovascolari e oncologici non abbiano sviluppato la loro patologia per lo stile di vita adottato...

E quale sarebbe, poi, lo stile di vita "normale" o "sano" da portare a paradigma? Andrebbe necessariamente regolato per legge. In base ai criteri di chi? Del Governo?

Insomma: quando si prende la strada illiberale, la razionalità e la coerenza, puntualmente, vengono meno, e i nodi logici si fanno via via più complessi, diventando infine inestricabili; lasciando puntualmente i dirigisti affogare nella "melma" che hanno prodotto. Adesso, col super green pass, abbiamo un obbligo vaccinale di fatto che contrasta certamente con l'art. 23 Cost., oltre che con l'art. 3 perché discriminatorio.

Quanti danni economici (e perdite umane) avremmo potuto e potremmo ancora evitare con l'approccio liberale (v. Svezia, Florida, ecc.)?

2021 10 17[modifica | modifica sorgente]

SCIENZA E TECNOLOGIA : SIAMO A UN BIVIO

Tanti anni fa, quando ero ragazzo, leggevo avidamente una rubrica scientifica settimanale (di cui ora mi sfugge il titolo) che il professor Antonino Zichichi teneva su Il Messaggero.

Ho imparato lì da lui, grande divulgatore, a distinguere nettamente tra Scienza (ricerca libera, senza condizionamenti) e Tecnologia (applicazione delle scoperte scientifiche piegata ai fini più disparati - non sempre nobili - anche politici).

Se non si comprende questa fondamentale differenza, non si può capire il momento storico che stiamo vivendo e il Grande Equivoco che ha oscurato le menti di milioni di persone su molti aspetti di questa emergenza.

Prescrizioni irrazionali spacciate per scientifiche e tecniche di controllo considerate utili alla salute della comunità. Inutile ripetere ciò che da quasi due anni agita il circuito mediatico.

Siamo a un bivio.

È infatti evidente che - a prescindere dall'emergenza pandemica che, volenti o nolenti, tra pochi mesi dovrà finire - siamo assolutamente impreparati a difenderci dall'attacco ai diritti fondamentali dell'individuo portato dagli enormi sviluppi della tecnologia. Chi possiede le informazioni su tutto e tutti avrà alla sua mercé gli altri, col plauso del sistema mediatico: gli basterà demonizzare come oscurantista chi mette in guardia dal pericolo della facile manipolazione delle libertà.

Rendere digitale ogni adempimento e pagamento appare comodo e veloce. Ma in modo altrettanto comodo e veloce potrà essere usato contro chiunque dissenta, provocandone la morte civile con un click.

Uno scenario non meno inquietante se, ad orchestrare il tutto, dovesse essere posta l'intelligenza artificiale.

Parlavo con un amico ingegnere, qualche giorno fa, e concordavamo sui nuovi pericoli di questa epoca: "la tecnologia ti aiuta a risolvere un sacco di problemi, ma se la usi male o con scopi non proprio cristallini... è come un tomo di un'enciclopedia: dannoso o utile? Dannoso no, ma se lo usi per rompere la testa a una persona, lo diventa. Qui stiamo scivolando su una china pericolosissima".

Il futuro si giocherà quindi sul controllo della tecnologia, che non potrà che essere trasparente e pubblico, in tutti i settori del sapere: non solo per le nanotecnologie della bioingegneria, ma anche per le operazioni di voto elettorale a distanza...

2021 03 09[modifica | modifica sorgente]

LA PAURA DI MORIRE: STOICI E STOLTI.

La morte è tornata prepotentemente a galla con la pandemia, dividendo il mondo in due, i razionali (resistenti e realisti) e gli irrazionali (ipocondriaci e collaborazionisti). Forse, in argomento, andrebbe riesumato un termine desueto, spesso presente nel Vangelo: STOLTO.

È stolto chi non prende atto della precarietà della vita umana, che può finire in qualsiasi momento, per qualsiasi causa. E pensa che la tecnologia sia in grado di allontanare continuanente questo spettro .

Se c'è una cosa che la pandemia ha confermato è proprio questa: l'immortalità è un'illusione. Direi neppure desiderabile, in queste condizioni di ingiustizia e prevaricazione diffusa dell'uomo sull'uomo, per mera avidità (di soldi o potere, che in fondo sono la stessa cosa). Sarebbe un incubo eterno, a meno di rivolgimenti violenti; peraltro inutili, la natura umana imperfetta riporta, prima o poi, alla sopraffazione.

Io non ho paura di morire; semmai, di soffrire nel trapasso. E credo che, giunti a una certa età, se si sia vissuto degnamente, la morte sia pure un evento atteso senza angoscia.

Questo fatalismo, che dà serenità di fondo, non lo vedo più tanto spesso in giro. Può darsi che sia un problema di perdita diffusa della Fede, non necessariamente legata ad una particolare religione; anche gli Stoici avevano un approccio alla morte sereno, perché credevano in qualcosa.

Oggi chi non crede più in nulla vegeta nel presente e segue qualsiasi stormir di fronde che distragga dalla noia. E il paradosso è che, spesso, è un anziano che tiene gelosamente alla sua vita senza senso.

2020 06 16[modifica | modifica sorgente]

BASTA LOTTA, CI VUOLE PIETAS DI CLASSE

Indipendentemente da come la si pensi sulle cause del divario sociale tra gli individui, bisogna finalmente prendere atto che le rivendicazioni conflittuali marxiste non hanno portato altro che morte e distruzione, sociale e materiale.

E capire che le disuguaglianze, anche sociali, sono fisiologiche, perché non dipendono solo dallo sfruttamento, ma anche dalla personalità dell'individuo.

Il fenomeno delle famiglie ricche decadute per incapacità degli eredi - molto più comune della perpetuazione intergenerazionale del benessere - è li a dimostrarlo.

La redistribuzione è una insopportabile, cervellotica, forzatura dirigista. Ma se si prende al ricco in gamba per dare al povero incapace, non si otterrà ciò che si voleva in teoria: quel povero resterà tale, perché dilapiderà i soldi nelle osterie o nelle sale giochi. E si sarà distrutta ricchezza.

Meglio lasciare i propri soldi al ricco in gamba, che li metterà a frutto dando lavoro a poveri in gamba, che si emanciperanno diventando anche loro abbienti.

Già, ma come individuare "il ricco in gamba"?

Non è un compito per dirigisti. La selezione la fa il mercato VERO, ossia CONCORRENZIALE.

Si dice, giustamente, che il problema è far funzionare l'ascensore sociale (per chi vuole prenderlo...).

Che però non funziona col motore della redistribuzione, ma appunto della concorrenza, basata non sulla solidarietà sociale ma sulla "convenienza" smithiana.

Non mi nascondo che la concorrenza spietata porti talvolta a risultati umanamente inaccettabili, perché basata essenzialmente sul principio selettivo "mors tua, vita mea" (anche se ci sarebbe da discuterne...).

E non facciamone un idolo: la concorrenza è un metodo, ossia un prodotto della fredda ragione.

Però esiste anche la PIETAS umana, frutto del sentimento personalissimo della compassione, molto più diffuso di quanto si creda.

Il mondo del volontariato e delle organizzazioni filantropiche è sottotraccia, ma immenso.

Superiamo dunque la lotta di classe e liberiamo le enormi energie della pietas, ossia della solidarietà individuale.

E smantelliamo quindi lo Stato tassatore, strumentale solo all'ingrasso dei parassiti, riducendolo al minimo indispensabile.

2020 05 27[modifica | modifica sorgente]

Applichiamo il distanziamento intellettuale dai fobici

2020 05 05[modifica | modifica sorgente]

SCATOLE CINESI E DIRITTO

L' errore più comune in tema di diritto pubblico è quello di credere che Repubblica e Stato italiani coincidano e che comunque contengano e regolino l'universo dei diritti.

Invece no.

La Costituzione è un insieme di norme autoregolatorie dirette al popolo sovrano. Lo Stato è invece solo l'amministratore di ciò che è pubblico. Dunque la Repubblica è qualcosa di superiore allo Stato, come una scatola che ne comprenda una più piccola.

E a tutto ciò è sovraordinato il diritto naturale, che è altrove (origine divina, per chi ci crede; chi non crede, si arrangi, non posso togliergli le castagne dal fuoco 😁).

Ad es. la famiglia, come istituzione di diritto naturale, preesiste alla Repubblica, che infatti all'art. 29 Cost. la "riconosce"; e quindi non è soggetta allo Stato, se non nel caso eccezionale in cui vi sia violazione dei diritti naturali o positivi dei membri (es. maltrattamento dei minori, ecc.).

Bisogna chiarirsi bene le idee sui principi di base.

Cosa che mi pare non stiano facendo nell'attuale Governo confusionario dei DPCM...




2019 10 23[modifica | modifica sorgente]

LO STATO EVASORE : IL TESORETTO FISCALE NON DICHIARATO

Molti non sanno come nasce un'impresa. Altri come si sviluppa. Tantissimi non sanno, soprattutto, come muoia e quali conseguenze fiscali comporti la cancellazione di una società.

La propaganda di Stato ci riempie la testa con l'evasione fiscale, fornendo numeri impressionanti.

Peccato che tali dati non solo siano campati per aria - visto che si basano sugli accertamenti redatti, senza dar conto delle cospicue riduzioni che fanno seguito all'esito del contenzioso - ma omettano del tutto di menzionare (e calcolare) il tesoretto costituito dai crediti fiscali non recuperati delle società in liquidazione, specie coattiva.

Lo Stato parla tanto, infatti, delle imposte che non recupera dalle società fallite, ma non fa il minimo cenno ai frequenti casi in cui le procedure concorsuali siano a credito d'imposta e si chiudano con l'abbandono dello stesso, con arricchimento dell'Erario, per l'enorme difficoltà di recupero - certamente voluta dal legislatore fiscale - da parte dei contribuenti.

Ecco infatti la documentazione necessaria per il rilascio del visto di conformità (ovviamente oneroso), propedeutico alla richiesta di rimborso o di compensazione (che poi richiederà ulteriori adempimenti al delegato):

• Documento identità fronte/retro del contribuente in corso di validità (o del legale rappresentante in caso di società); • Visura aggiornata della ditta (nel caso iscritta al Registro Imprese); 1. Dichiarazione Modello IVA dell’anno per il quale viene richiesto il visto, in formato .pdf; 2. File telematico della Dichiarazione IVA per la quale viene richiesto il visto sottoposto a diagnostico Entratel; 3. Dichiarazione Modello Iva anno precedente in formato .pdf con ricevuta di presentazione; 4. Copia dei registri IVA acquisti dell’anno, già stampati, in formato .pdf; 5. Copia dei registri IVA vendite dell’anno, già stampati, in formato .pdf; 6. Copia del registro corrispettivi già stampato in formato .pdf; 7. Copia dei riepilogativi dei registri sezionali in formato .pdf; 8. Copia dei riepiloghi e delle liquidazioni IVA periodiche dell’anno in formato .pdf; 9. Comunicazioni trimestrali delle liquidazioni dell’anno con ricevuta di invio telematico; 10. Nomenclatura con descrizione completa dei codici IVA e causali Iva utilizzati; 11. Copia modelli F24 in formato .pdf con relative ricevute telematiche di invio e di addebito per controllare i versamenti IVA eseguiti nell'anno e le compensazioni effettuate relative ai crediti dell'anno precedente e/o ai crediti infrannuali dell'anno; 12. Originali (o fotocopie) delle fatture emesse e delle fatture acquisti, registrate nell’anno, sulle quali sia visibile il numero di protocollo assegnato, ordinate per numero di protocollo; 13. All’atto della verifica dovrà essere attiva la possibilità di accesso al cassetto fiscale da parte dell’azienda che necessita del visto di conformità ai fini Iva. La stessa ditta, potrà delegare a tale servizio, il proprio consulente fiscale o il RAF (responsabile dell'assistenza fiscale) mediante il rilascio di apposita delega. In questo modo si potrà reperire la stampa delle compensazioni codice 6099 ed eventualmente le deleghe. Diversamente, saranno necessari gli originali delle deleghe presentate con i sistemi informatici di legge, nonché le ricevute Entratel di presentazione inerenti; 14. Copia di eventuali dichiarazioni di intento con modello di presentazione e ricevute Entratel per quelle inviate (se espressamente richiesto dal RAF); 15. Copia di eventuali dichiarazioni INTRASTAT con modello di presentazione e ricevute Entratel per quelle inviate (se espressamente richiesto dal RAF); 16. Copia di licenze comunali o autorizzazioni all’esercizio da parte dei rispettivi enti (se espressamente richiesto dal RAF); 17. Copia dell’ultima variazione Uff. Iva e visura C.C.I.A.A.; 18. Denuncia di inizio attività in edilizia (DIA) o atti equivalenti. Produzione di copia di atti notarili e di fatture (se espressamente richiesto dal RAF) inerenti acquisti di terreni, immobili aree fabbricabili. Il RAF potrà richiedere copia ed esaminare gli originali dei documenti che riterrà necessari allo scopo del rilascio del visto IVA. Potrà quindi richiedere copia di tutti quei documenti che saranno ritenuti direttamente correlati alla creazione del credito IVA da sottoporre a visto di conformità; 19. Estratto dei ruoli con fotocopia di quelli sospesi sottoscritti dalla competente esattoria 20. Qualsiasi altro documento o informazione che dovesse necessitare agli esiti del controllo ai fini dell’apposizione del visto di conformità.

Bella sfilza di documenti, vero? 😡 E poiché la contabilità fiscale dei soggetti in procedura concorsuale nel 99% dei casi non è in regola, tanti saluti al credito fiscale.

Nessuno sa quanto valga questo "tesoretto". Sicuramente molti milioni di euro, per i quali lo Stato evasore ringrazia (anzi, neppure quello).

2019 10 21[modifica | modifica sorgente]

GLI STOLTI, GESÙ E SOCRATE

Finché i laicisti attaccano la Chiesa cattolica, passi (anche perché il suo attuale leader è indifendibile...😑). Ma quando si azzardano a ironizzare sulla figura di Cristo, così lontana dalla loro stoltezza, vado in bestia. Nella Storia dell'Umanità, non c'è stata infatti nessuna figura d'uomo - lasciando da parte le questioni di fede sulla discendenza divina - paragonabile a lui per dignità, coerenza e coraggio.

Qualcuno potrebbe dire: non è vero, anche Socrate fu ingiustamentep condannato a morte e, mostrando grande dignità, non si oppose alla sentenza, bevendo la cicuta.

Pur essendo una grandissima figura, anche Socrate, però, resta lontano dall'incommensurabile sacrificio di Gesù.

Anzitutto, le imputazioni al filosofo ateniese: per quanto sostanzialmente infondate, potevano essere astrattamente verosimili: empietà, corruzione dei giovani, apostasia. E, prima della morte rapida per avvelenamento, non dovette subire terribili torture come Cristo, flagellato e crocifisso.

Poi, Socrate scelse di difendersi nel processo, usando le armi giuridiche dei suoi accusatori, sovrastandoli così per consistenza logica; ma il tutto, solo al fine di prevalere per coerenza, come in un tragico divertissement.

Infine, la sua risposta all'applicazione dell'ingiustizia fu deludente: infatti non contestava alla radice lo ius positum, mediante rivendicazione del diritto naturale, ma si muoveva nella logica totalmente statalista del rispetto assoluto della legge umana.

Gesù, invece, non si mette a fare battaglie di logica, dimostra con la sua sola presenza quasi muta e inquietante (per gli stolti) - come fosse lo specchio della loro iniquità - la Verità, e con essa il diritto naturale e la dignità della persona umana nei confronti dello Stato e della fallace giustizia terrena.

2019 09 01[modifica | modifica sorgente]

MEGLIO TARDI CHE MAI 🤬😁

Dopo 15 anni, la sezione tributaria della Cassazione mi ha dato ragione: tassare i ricavi anziché il reddito è incostituzionale perché, così facendo, si vìola il principio della capacità contributiva posto dall'art. 53 Cost..

Quindi gli accertamenti induttivi devono sempre tener conto dei costi, anche induttivi, relativi all'attività concretamente svolta.

Sembra un principio elementare, invece ho dovuto ribaltare due sentenze contrarie delle Commissioni tributarie, che si erano pavidamente allineate all'accertamento fasullo dell'agenzia delle entrate.

2019 08 26[modifica | modifica sorgente]

Dice il saggio: "la macroeconomia è pura politica"

2019 08 04[modifica | modifica sorgente]

L' uguaglianza sociale non è un valore. Anche perché si verifica, immancabilmente, nella miseria.

2019 07 31[modifica | modifica sorgente]

“Il difficile è promulgare solo le leggi necessarie, restare sempre fedeli ai veri principi costituzionali della società, stare in guardia dal furore del governare, la più funesta malattia degli Stati moderni”

Honoré Gabriel Riqueti, conte di Mirabeau (1749-1791)


2019 06 16[modifica | modifica sorgente]

STATO IMPRENDITORE? MA MI FACCIA IL PIACERE... Impresa e azienda sono inscindibili, come anima e corpo: l'attività e i beni organizzati per esercitarla sono i due lati della medaglia produttiva. Ma dei due aspetti, quello insostituibile è l'attività. Si può dire che ad ogni attività corrisponda una personalità dell'imprenditore, e che questo faccia la differenza tra l'azienda di successo e quella fallimentare. Il fenomeno è più evidente nelle piccole e medie imprese, ma vale anche nelle grandi. Giovanni Agnelli senior, Adriano Olivetti, Leonardo Del Vecchio, Bernardo Caprotti, ecc. hanno dato tutti un' impronta inconfondibile alle loro aziende, interpretando, ciascuno a modo suo e nel proprio campo, un modo diverso di fare impresa. Così, come ogni persona è diversa, ogni impresa è diversa, è un mondo che riflette la mentalità del titolare. Quante volte abbiamo visto lo stesso bar che arrancava con Tizio, esplodere con Caio? Diciamo giustamente che il successo sta nel manico, il sapere cosa fare e come farlo (know how). Ora mi rivolgo a chi ancora crede nello Stato imprenditore, più "giusto" del cattivo operatore privato (?). Ma come si fa a credere che un burocrate, magari pure obbligato a rispettare le farraginose regole del diritto amministrativo, possa imprimere la sua personalità ad un'azienda statale rendendola competitiva? Non esiste.

R. Le Casse dei liberi professionisti sono Amministrazioni Pubbliche. Vanno chiuse e vietato di andare in borsa ad alterare il libero mercato con le imposte e gli aiuti di stato. Perché quando ti fa comodo, difendi lo Stato che saccheggia i giovani, li indebita, favorisce le lobby di massoni, per regalare le pensioni paghi 1 e prendi otto? Ipocrisia?, ignoranza?, paraculaggine?

LMB

Mario Paolo Rossi ???


La nostra conoscenza puo' essere solo finita, mentre la nostra ignoranza deve necessariamente essere infinita.

(Karl Popper)


http://www.statominimo.it/ma-insomma-chi-ha-ragione-il-giusnaturalismo-o-il-giuspositivismo/


L'ABUSO ININTENZIONALE DEL PENSIERO DI POPPER

Ormai anche la casalinga di Voghera conosce l'esistenza del principio di falsificabilità (o più correttamente di "possibilità di confutazione") formulato dal filosofo Karl Popper per separare l'ambito delle teorie controllabili - che appartiene alla scienza - da quello delle teorie non controllabili, da lui identificato con la metafisica. Come spesso avviene, però, la divulgazione porta anche alla banalizzazione del pensiero, il che è l'anticamera del suo abuso. Accade così che questa bipartizione venga presa come una sorta di compartimento stagno tra sapienza e superstizione, e che se ne abusi per separare nettamente il sapere degli illuminati, facenti parte del nobile mondo della scienza ufficiale, dall'ignoranza del volgo dei metafisici (per dirla in modo benevolo). Intendiamoci: se c'è qualcuno che non sopporto è il ciarlatano. Ma dare troppo per scontato, nell'approccio ai nuovi problemi, significa negare proprio l'evoluzione della conoscenza. Prendiamo, ad es. l'annosa questione del riscaldamento globale di origine antropica. I social pullulano di sedicenti scienziati estremisti che tacciano i negazionisti di essere ignoranti perché non climatologi. Più in generale, gli illuminati tendono a delegittimare il portatore di un pensiero argomentato avverso, e lo fanno sulla base della qualifica professionale dell'interlocutore (criterio a ben vedere convenzionale, come la gran parte della conoscenza), non delle sue obiezioni concrete. Tale schematicità di approccio - questa sì frutto di ignoranza - è una conseguenza non intenzionale del pensiero del filosofo austriaco (dubito infatti fortemente che oggi l'avallerebbe). Ho anche notato - ma sarà una coincidenza - che questi illuminati mostrano non laicità ma laicismo, ossia tendono a un sostanziale ateismo ponendo al vertice della piramide universale non il mistero (Dio, per i credenti), ma l'uomo, cui tutto ciò che esiste in natura va rapportato e dunque sottomesso (altri uomini compresi...). Questo porta a conseguenze tragiche, anche dal punto di vista politico.


La distinzione è tra scienza, disciplina, pseudoscienza e pseudodisciplina.

https://const.miraheze.org/wiki/Premessa_(indice)


Popper si riferisce alle discipline come il comunismo scientifico. Curioso che sulla scientificità del comunismo non hai dubbi.


Molti confondono "PRIVATIZZARE" con "LIBERALIZZARE". O - che è lo stesso - capitalismo di relazione e capitalismo concorrenziale.


TRA HOBBES E LOCKE

Le diatribe politiche che giornalmente scoppiano sui media e impegnano i nostri commenti sui social possono in fondo ricondursi a due visioni della vita diametralmente opposte, teorizzate compiutamente da due filosofi inglesi nel XVII secolo. Da un lato, il pessimismo cosmico di Thomas Hobbes, il quale riteneva che l'essere umano sia per natura cattivo e portato a sopraffare il suo simile (homo homini lupus); per cui, se lasciato libero, si generano continui conflitti ed è necessario uno Stato assoluto che tenga a bada l'espansionismo individuale. Dall'altro, John Locke, che aveva dello stato naturale un'idea positiva, il quale sosteneva che l'essere umano tenda invece a cooperare spontaneamente. Dall'adesione all'una o all'altra di queste premesse dipendono la concezione dirigista (con le varianti in peius socialista e comunista) oppure liberale dello Stato. A voi la scelta. Personalmente, basare una visione politica sulla totale sfiducia nell'essere umano mi sembra perdente e contraddittorio (chi dirige, infatti, è pur sempre un essere umano, con la sua limitatezza e volontà di sopraffazione)...


Questo è un Papa con le idee chiare...!

"In ampi settori della teologia mo­rale si sviluppò la tesi che la Chiesa non abbia né possa avere una propria morale. Nell’affermare questo si sottolinea come tutte le affermazioni morali avrebbero degli equivalenti anche nelle altre religioni e che dunque non potrebbe esistere un proprium cristiano. Ma alla questione del proprium di una morale biblica, non si risponde affermando che, per ogni singola frase, si può trovare da qualche parte un’equivalente in al­tre religioni. È invece l’insieme della morale biblica che come tale è nuo­vo e diverso rispetto alle singole parti. La peculiarità dell’insegnamento morale della Sacra Scrittura risiede ultimamente nel suo ancoraggio all’immagine di Dio, nella fede nell’unico Dio che si è mostrato in Gesù Cristo e che ha vissuto come uomo. Il Decalogo è un’applicazione alla vi­ta umana della fede biblica in Dio. Immagine di Dio e morale vanno in­sieme e producono così quello che è specificamente nuovo dell’atteggiamento cristiano verso il mondo e la vita umana. Del resto, sin dall’inizio il cristianesimo è stato descritto con la parola hodòs. La fede è un cammino, un modo di vivere. Nella Chiesa antica, rispetto a una cultura sempre più depravata, fu istituito il catecumenato come spazio di esistenza nel quale quel che era specifico e nuovo del modo di vivere cristiano veniva insegnato e anche salvaguardato rispetto al modo di vivere comune. Penso che anche oggi sia necessario qualcosa di simi­le a comunità catecumenali affinché la vita cristiana possa affermarsi nella sua peculiarità.".

(Benedetto XVI)


Il bambino è il libero mercato. L' acqua sporca è l'avidità. Non gettiamoli via insieme...



"Il primo effetto di un eccessivo amore per la ricchezza è la perdita della propria personalità. Si è tanto più persone quanto meno si amano le cose"

Vitaliano Brancati (1907-1954) Indice