Organismo Congressuale Forense

Da const.

20191023

Ulisse Io. Non c'è niente da ridere e tutto da piangere, perchè: 1- C'è un errore di fondo compiuto da colui che ha scritto questo. Ed è lo stesso errore di fondo commesso dagli iscritti semplici agli Ordini Professionali Italiani (che non hanno l'Ente autochiamatosi Organismo Congressuale Forense). Andiamo per gradi: A- il Congresso Nazionale Forense è l’organo permanente che esercita la rappresentanza politica dell’Avvocatura. Materie di sua competenza: 1- giustizia e tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, 2- questioni che riguardano la professione forense. Un cosiddetto organo (Organo è parte di qualcosa, di cosa?) che rappresenta "politicamente" l'Avvocatura, altro Ente. COMICO quanto non sia cambiato nulla dall'epoca delle Corporazioni. Naturalmente, essendo un ente che rappresenta un altro Ente, il sindacato non c'entra una beata cippa e tutela sindacalmente gli iscritti quanto un tram. B- L’Organismo Congressuale Forense è il soggetto che esercita la rappresentanza del Congresso al fine di attuarne i deliberati mediante la elaborazione di progetti e proposte e la loro promozione, diffusione ed esecuzione. Qui siamo addirittura allo stadio della rappresentanza della rappresentanza di un ente. In quest'orgia di rapprentanze di enti desidererei cortesemente mi fosse indicato DOVE si rinvenga la funzione di "tutela" sindacale degli iscritti. Si sottolinea che l’Organismo Congressuale Forense ha il potere di proclamare l'astensione dalle udienze. L'astensione di chi? Del Congresso Nazionale Forense? No. Degli Iscritti agli Ordini Provinciali? Sì. E come fa un Ente che non è un sindacato a cui sono iscritti Avvocati, a proclamare sciopero (pardon "astensione dalle udienze")? Nel rispetto delle disposizioni di un "codice di autoregolamentazione", poi. Elaborato da quale sindacato, prego? Le Associazioni non sono sindacati e tantomeno lo è l'OUA che addirittura si autodefinisce, CORPORATIVAMENTE, il soggetto politico che rappresenta l'​avvocatura nella sua interezza, ponendosi come interlocutore delle istituzioni. Carissimi, come faccia un Ente a essere un soggetto politico, gradirei me lo spiegaste. Gradirei anche mi spiegaste come fa a esistere, nel regime democratico repubblicano nel quale viviamo, un Ente che si autoproclama "rappresentante dell'Avvocatura nella sua interezza". A rigore di logica, ma mi rendo conto che la logica non è patrimonio rilevante dei nostri tempi, questa "Rappresentanza nella sua interezza" apparteneva e appartiene a un assetto strettamente corporativo della società. Assetto del quale non dovremmo trovare traccia alcuna nel nostro sistema che credo si definisca democratico e liberale. Insomma, in tutto questo non vedo all'orizzonte nè rappresentanze di avvocati, nè sindacati di avvocati. Se poi voleste usarmi la cortesia di confutare il mio argomentare, Ve ne sarei grato. Salve a tutti.



Anas S.p.A. ha pubblicato sul proprio sito un Avviso per la Costituzione di un elenco di Avvocati del Libero Foro dedicato alla tutela dei dipendenti/dirigenti in servizio e non di ANAS e delle sue società partecipate. Tale iniziativa dà luogo alla formazione di un elenco autonomo ad uso di soggetti terzi ed incide,violandola, nella libertà di scelta del difensore e nelle modalità di accesso alla giurisdizione da parte dei dipendenti. Inoltre nell’avviso, inviato a molti Ordini territoriali e che sta avendo grande diffusione, è previsto, come requisito preferenziale, l’avere “incarichi in corso come Membro o Presidente di Organismi forensi quali i Consigli dell'Ordine, Consigli Distrettuali di Disciplina e Consiglio Nazionale Forense".

Si tratta di un requisito del tutto anomalo ed incompatibile con la normativa in tema di affidamento di servizi legali, oltre che non corrispondente al pubblico interesse. Si consideri altresì che l’affidamento degli incarichi di assistenza legale di cui all’art. 17, comma 1 lett. d) del codice, nel rispetto dei principi di cui all’art. 4 del codice e di quelli dell’ordinamento della professione, deve assolutamente privilegiare il profilo curriculare del professionista rispetto ad altri criteri, come ribadito dall’ANAC e dalla giurisprudenza amministrativa. Ossia, la Pubblica Amministrazione, nell’affidamento di incarichi legali, dovrebbe perseguire l’obiettivo della migliore qualità del servizio.

Ora non si vede come l’avere in corso incarichi politici di natura elettiva nelle Istituzioni forensi possa essere una garanzia di maggiori competenze e possa costituire titolo preferenziale. Inoltre, il bando prevede un requisito di accesso consistente in un numero minimo di anni di iscrizione all'albo pari addirittura a 15. Anche tale requisito è ingiustificabile e immotivato e rappresenta un indebito e generalizzato ostacolo alla concorrenza tra professionisti. Gli anni di iscrizione non rappresentano le competenze di un Avvocato, e i giovani non possono essere esclusi per anni dall'accesso ad incarichi della committenza pubblica che dovrebbe individuare criteri curriculari che prescindano dall'anzianità.

In definitiva l’Ocf ritiene il bando formulato dall’ANAS illegittimo, irragionevolo e immotivato e, pertanto, ha avviato un’iniziativa nei confronti dell’Anas, al fine della riformulazione in autotutela del Bando, anche al fine di evitare azioni giudiziarie volte a promuoverne l’annullamento.

Da ultimo, l’OCF rileva che quanto accaduto evidenzia ancor più la imprescindibile necessità che i requisiti curricolari di specialità degli avvocati siano attestati dalle istituzioni forensi, ragion per cui occorre accelerare l’iter di approvazione del regolamento delle specializzazioni.



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