Pensione di anzianità

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    La pensione di anzianità, nell'ordinamento italiano, è una delle prestazioni di previdenza sociale di diritto pubblico garantite ai sensi dell'art. 38 della Costituzione[1] ai lavoratori. È un servizio pubblico assistenziale fornito dallo Stato attraverso enti pubblici o istituti come l'INPS o le casse professionali detti anche "previdenza di primo pilastro" ai quali per legge è obbligatoria l'iscrizione e la contribuzione. La pensione di anzianità è corrisposta dagli enti pubblici al raggiungimento del requisito di anzianità contributiva (numero minimo di anni di contribuzione) e sotto i requisiti di legge vigenti al momento in cui maturano i diritti. Ogni istituto previdenziale ha diverse regole per corrispondere la pensione di anzianità.

    Quadro generale[modifica | modifica sorgente]

    Lo Stato italiano gestisce la previdenza e l'assistenza sociale attraverso enti ed istituti finanziati con l'imposizione fiscale (contributi sociali) gestiti quindi come sistemi pensionistici pubblici a redistribuzione dei tributi. Le prestazioni previdenziali non sono coperte da un patrimonio di previdenza come nel caso della previdenza complementare pertanto esse sono corrisposte secondo le regole che garantiscono l'equilibrio dei conti pubblici e la sostenibilità fiscale del sistema pensionistico pubblico italiano. Quando le regole vigenti non sono sostenibili finanziariamente dallo Stato viene approvata una riforma del sistema pensionistico pubblico.

    La riforma previdenziale Dini del 1995[modifica | modifica sorgente]

    La pensione di anziantià per gli iscritti INPS[modifica | modifica sorgente]

    Secondo la riforma Dini del 1995,[2] in vigore fino al 31/12/2011, i requisiti richiesti per i lavoratori dipendenti iscritti all'A.G.O. (Assicurazione Generale Obbligatoria) erano:

    • 35 anni di contribuzione e 60 anni di età anagrafica, o alternativamente
    • 40 anni di contribuzione prescindendo dall'età del richiedente.

    I requisiti richiesti per gli iscritti ai fondi speciali quali artigiani, commercianti, coltivatori diretti coloni e mezzadri erano:

    • 35 anni di contribuzione e 61 anni di età anagrafica, o alternativamente
    • 40 anni di contribuzione prescindendo dall'età del richiedente.

    È bene ricordare che rientrano nel calcolo della contribuzione anche le indennità per malattia ovvero disoccupazione (tranne che per il requisito dei 35+57 e 35+58 anni) fatto salvo per alcune indennità particolari (come ad esempio la disoccupazione speciale per i braccianti agricoli). Per i lavoratori dipendenti l'accoglimento della domanda di pensione di anzianità è subordinata alla cessazione dell'attività lavorativa.

    Tale tipo di prestazione verrà a scomparire mano a mano che i lavoratori iscritti al vecchio sistema di calcolo retributivo verranno sostituiti da coloro che risultano iscritti al nuovo sistema di calcolo misto contributivo sancito dalla L. 335/1995, la cosiddetta riforma Dini.

    La riforma delle pensioni Fornero del 2012[modifica | modifica sorgente]

    Eliminazione della pensione di anzianità per gli iscritti INPS[modifica | modifica sorgente]

    Dal 1º gennaio 2012 la pensione di anzianità è stata abrogata v. comma 3 della riforma delle pensioni Fornero.

    Pensione di anzianità degli iscritti alle Casse professionali[modifica | modifica sorgente]

    Le casse professionali nel corso del 2012 sono state soggette ad una verifica della stabilità finanziaria nel lungo termine. Alcune, che non potevano dimostrare la stabilità finanziaria con le regole di gestione vigenti, hanno approvato una riforma previdenziale propria. Ai sensi dell'art. 24 c.24 del D.L. 201/2011[3] "Salva Italia", la stabilità doveva essere dimostrata con la redazione di un bilancio tecnico attuariale che dimostrava la positività del saldo previdenziale a 50 anni.

    Gli elevati costi della pensione di anzianità per il sistema pensionistico obbligatorio[modifica | modifica sorgente]

    Nel sistema pensionistico pubblico italiano, la pensione di anzianità è finanziata grazie alla solidarietà intragenerazionale ed alla solidarietà intergenerazionale. Ciò significa che per avvantaggiare alcuni con la spoliazione legale, si pone a carico della collettività i costi. Dopo l'eliminazione della pensione di anzianità con la riforma delle pensioni Fornero, nel 2014 la Lega Nord ha proposto un referendum di abrogazione della legge che se approvato avrebbe portato alla riesumazione della pensione di anzianità. La Corte Costituzionale ha dichiarato l'inammissibilità del referendum in quanto la riforma delle pensioni Fornero è una legge di bilancio dello Stato. Contro tale proposta di è espresso Giuliano Cazzola denunciando che tale istituto è a vantaggio della popolazione del nord Italia.[4]

    Note[modifica | modifica sorgente]

    1. Costituzione, art. 38
    2. L.335/1995
    3. D.L.201/2011
    4. Italia Oggi 25/07/2014, Abolire la legge Fornero realizzerebbe un solo obiettivo che è quello poi a cui aspirano i "padani": ripristinare l'istituto dell'anzianità ...

    Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

    Leggi[modifica | modifica sorgente]

    News[modifica | modifica sorgente]



    A1 - Glossario