Promessa pensionistica

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La promessa pensionistica[1][2][3] o "pensione promessa", nell'ordinamento italiano, ovvero nel campo della previdenza di primo pilastro gestita dagli enti privatizzati ai sensi della L. 509/1995, è la pensione di vecchiaia che è possibile determinare con le regole vigenti del sistema pensionistico sviluppate nel lungo periodo, ma prive della adeguata copertura finanziaria in quanto conteggiata in un periodo temporale superiore a quello in cui è garantita la stabilità della gestione finanziaria dell'ente gestore di forme di previdenza obbligatorie.
Correntemente si usa il termine di "promesse pensionistiche" in contesti in cui si è a conoscenza a priori che l'ente non potrà corrisponderle con le correnti regole di gestione ovvero su scenari economici di impossibile realizzazione.

Applicazione[modifica | modifica sorgente]

Nel campo della Previdenza di primo pilastro, le regole vigenti permettono di ipotizzare la "pensione promessa", una obbligazione futura che al momento della corresponsione si deve confrontare con la sostenibilità finanziaria dell'ente. La gestione a ripartizione si basa sulla analisi di bilanci tecnici che ipotizzano degli scenari relativi alla demografia degli iscritti, allo sviluppo economico delle collettività iscritte e dell'economia in generale. Nel caso in cui non si avverano tali ipotesi, le previsioni pensionistiche relative agli iscritti possono non avverarsi. La promessa pensionistica è molto spesso collegata alla redistribuzione intragenerazionale o alla redistribuzione intergenerazionale o alla tutela dei diritti acquisiti ovvero al trasferimento di risorse tra generazioni, da non confondere con la solidarietà in senso comune in quanto il trasferimento avviene tra generazioni più povere o gruppi meno ricchi nei confronti di gruppi più ricchi che hanno il governo degli enti. Nel caso in cui sia a rischio la sostenibilità finanziaria dell'ente, si operano delle riforme previdenziali[4] o manovre economiche che cambiando le regole, ristabiliscono l'equilibrio finanziario dell'ente e rendono la pensione promessa una promessa non mantenuta. In alcuni casi, la riforma previdenziale, scarica il costo delle promesse pensionistiche sulle generazioni future con l'aumento delle aliquote contributive. Il caso più significativo è l'estinzione della professione o il forte ridimensionamento degli iscritti per cui vengono a mancare i finanziatori dell'ente pubblico avente autonomia gestionale. Si distingue dalle prestazioni previdenziali che sono frutto di contratti tra privati e sono delle obbligazioni di diritto.

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. BilancioPrevisione2013, p. 9 Quanto all’adeguatezza delle prestazioni, il passaggio al metodo contributivo determinerà, a vantaggio della sostenibilità finanziaria di lungo periodo, una revisione al ribasso delle promesse pensionistiche future, soprattutto per le generazioni più giovani.
  2. RiformaPrevidenziale, p. 3 Le generazioni in età lavorativa ricevono dal sistema "promesse pensionistiche".
  3. Economist, When politicians promise too much to creditors and pensioners, who ends up footing the bill?
  4. ASCA20121008, L'obiettivo è quello di alleggerire l'onere sulle generazioni giovani e sulle generazioni future di promesse pensionistiche poco lungimiranti fatte in passato dalla politica, che ha dimostrato di avere scarsa conoscenza del meccanismo delle pensioni.

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Leggi[modifica | modifica sorgente]

  • Decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, in materia di "Attuazione della delega conferita dall'art. 1, comma 32, della legge 24 dicembre 1993, n. 537, in materia di trasformazione in persone giuridiche private di enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza."

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