Sostenibilità fiscale del sistema pensionistico pubblico italiano

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Per sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici[1][2] si intende la capacità di uno Stato di imporre una pressione fiscale per finanziare il sistema pensionistico senza patrimonio di previdenza, considerando l'equità delle promesse pensionistiche|, il cuneo fiscale sul lavoro, il livello di pressione fiscale legale, l'aliquota fiscale effettiva e i costi delle assicurazioni sociali obbligatorie amplificati dalle politiche di solidarietà intragenerazionale regressiva e di solidarietà intergenerazionale regressiva.

Nei sistemi pensionistici pubblici detti anche primo pilastro della previdenza, il finanziamento è con le tasse e la gestione pubblica.

Gli enti previdenziali che gestiscono i sistemi pensionistici pubblici sono finanziati con la riscossione dei contributi obbligatori per le assicurazioni obbligatorie calcolati con l'aliquota contributiva pensionistica di finanziamento detta anche aliquota di scopo e nel caso di disavanzo di gestione, con trasferimenti dalla fiscalità generale (es. INPS).

Da ciò deriva che le pensioni| che derivano da una assicurazione obbligatoria si pagano con le imposte|.

Quando la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici è compromessa quando si verificano situazioni riconducibili al rischio demografico| o al rischio economico| ovvero quando le promesse pensionistiche hanno determinato l'esplosione della bolla previdenziale, gli Stati attuano il default dei sistemi pensionistici obbligatori che comprendono le riforme previdenziali| es. in Italia la Riforma Dini e la Riforma delle pensioni Fornero.


Le caratteristiche della spesa pensionistica[modifica | modifica sorgente]

La spesa pensionistica in Italia del sistema pensionistico pubblico è caratterizzata dal funzionamento dei sistemi pensionistici senza patrimonio di previdenza| rispetto alla riserva matematica corrispondente al debito pensionistico latente, che rappresenta la quota più rilevante del debito pubblico implicito.

La spesa pensionistica viene quindi coperta dagli enti previdenziali con le entrate correnti rappresentate dalle imposte (normalmente i contributi previdenziali sono riscossi direttamente dall'ente previdenziale, al quale si possono aggiungere altri trasferimenti dalla fiscalità generale).

La valutazione della sostenibilità della spesa pensionistica consiste quindi nella verifica degli equilibri finanziari sia dal punto di vista degli enti previdenziali, sia dal punto di vista globale dell'economia di uno Stato attraverso il conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche e il conseguente rispetto del patto di stabilità e crescita, nonché dal punto di vista del singolo contribuente.

Sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici e limite di sostenibilità degli enti previdenziali[modifica | modifica sorgente]

I concetti di sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici e di limite di sostenibilità di un ente previdenziale, sono profondamente diversi anche se apparentemente coincidenti.

Nel primo caso, la valutazione della spesa pensionistica è fatta nell'ottica dell'economia complessiva dello Stato, mentre nel secondo caso, ente per ente.

La valutazione ente per ente, fa riferimento a singole gestioni economiche secondo il modello previdenziale corporativo fascista, mentre la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici pubblici va vista nell'ottica macroeconomica.

Si possono avere singole gestioni assolutamente rispettose del limite di sostenibilità, inserite in uno Stato con profondi problemi economici o con un vero e proprio dissesto dei conti dello Stato e viceversa uno Stato con i conti in ordine e crescita e un ente previdenziale corporativo in dissesto.

Nel caso in cui uno Stato adotti un modello previdenziale universale i due concetti diventano coincidenti in quanto l'ente previdenziale unico coincide con lo Stato.

I parametri per valutare la sostenibilità fiscale della spesa pensionistica[modifica | modifica sorgente]

Il rapporto della spesa pensionistica con il PIL[modifica | modifica sorgente]

Uno dei parametri più usati per valutare la sostenibilità fiscale dei sistemi pensionistici obbligatori è dato dal rapporto della spesa pensionistica di uno stato con il suo PIL.

La serie storica è rilevata dall'ISTAT. 800px|center|Istat serie storiche spesa pensionistica sul pil anni 1971 2010 tavola 5.4|

Si rileva agevolmente come con il crollo del PIL a seguito della crisi economica del 2007 si è avuta una impennata del rapporto tra spesa pensionistica e PIL che si è cercato di recuperare con la riforma delle pensioni Fornero.

thumb|Trattamenti pensionistici e beneficiari - 12-nov-2013 - Testo integrale|

La valutazione della sostenibilità fiscale degli enti previdenziali[modifica | modifica sorgente]

Gli enti previdenziali che gestiscono il modello previdenziale universale[modifica | modifica sorgente]

Gli enti previdenziali che gestiscono il sistema pensionistico pubblico secondo il modello previdenziale universale, sono in genere enti statali che raccolgono la totalità o un'elevatissima percentuale dei cittadini di uno Stato.

In tal caso la sostenibilità fiscale va vista a livello di incidenza della spesa pensionistica sul PIL, secondo scenari macroeconomici definiti.

Gli aggiustamenti con successive riforme previdenziali| sono continui per il semplice motivo che lo scenario macroeconomico di riferimento, difficilmente si avvera e pertanto, per seguire con la spesa pensionistica le entrate dello Stato, cambiamenti alla normativa dello schema pensionistico con formula delle rendite predefinita vigente sono frequenti, magari solo dal lato della rivalutazione delle pensioni, ma i vincoli del bilancio dello Stato sono insormontabili.

Gli enti previdenziali che gestiscono il modello previdenziale corporativo fascista[modifica | modifica sorgente]

Gli enti previdenziali che gestiscono il sistema pensionistico pubblico secondo il modello previdenziale corporativo fascista, per valutare la stabilità della gestione finanziaria devono semplicemente rispettare il limite di sostenibilità imposto dalla legge nell'ipotesi di scenari macroeconomici fissati come riferimento.

Il limite del 16% di spesa pensionistica sul PIL fissato dalla World Bank nel 1994[modifica | modifica sorgente]

La World Bank in una sua pubblicazione del 1994 "Adverting the Old Age Crisis".[3], prevedendo la crisi dei sistemi pensionistici pubblici nel mondo, aveva indicato la progressione della spesa nei paesi OCSE con una crescita fino al 16% sul PIL che si sarebbe raggiunta nel 2030 per poi rimanere stabile su tale valore.

In Italia, considerando la spesa per le pensioni sia del settore pubblico che privato, le risorse destinate alla previdenza sociale già nel 2013 superavano il 18%, complice anche la caduta del PIL reale avvenuta dopo la crisi economica del 2007.

Il metodo di calcolo contributivo a capitalizzazione simulata sulla crescita e la sostenibilità fiscale[modifica | modifica sorgente]

La valutazione della sostenibilità fiscale del sistema pensionistico italiano nel Melburne Mercer Global Pension Index[modifica | modifica sorgente]

Un istituto australiano elabora una classifica dei sistemi pensionistici nel loro insieme, sia per la parte pubblica che in quella privata.[4]


Nel report del 2014 inerente il sottoindice "sostenibilità" sono state poste le seguenti domande:

Domanda Peso indicatore Punteggio
S1 Quale percentuale della popolazione attiva
è membra di un sistema pensionistico privato?
20% 0.0
S2 Quale è il livello del patrimonio di previdenza,
espresso come percentuale del PIL, detenuto sia dai
fondi pensione che dagli enti previdenziali pubblici
o pubbliche amministrazioni con persona giuridica privata?
20% 0.4
S3 Quale è il gap corrente tra la speranza di vita
e l'età per il pensionamento di vecchiaia?
20% 4.2
S4 Quale è il livello dei contributi obbligatori
accantonati per una rendita pensionistica
ad esempio in un fondo pensione.
Include sia i contributi obbligatori dei lavoratori e
dei datori di lavoro sia verso sistemi pensionistici
pubblici con patrimonio di previdenza che privati
15% 1.5
S5 Quale è la percentuale di forza lavoro attiva
nella popolazione di età tra 55-64 anni?
10% 0.6
S6 Quel'è il livello del debito pubblico esplicito corretto
(ossia il debito pubblico ridotto del patrimonio detenuto
da un qualsiasi fondo sovrano che non sia legato
al patrimonio di previdenza per future obbligazioni pensionistiche),
espresso come percentuale del PIL?
10% 1.2
S7 Riguardo ai sistemi pensionistici privati
i lavoratori in età avanzata possono usufruire
della pensione o altri benefici
e continuare a lavorare?
Se sì possono integrare la pensione con
il versamento di ulteriori contributi?
4%+1% 0.0
[5]

Il punteggio per ogni domanda va da 1 a 10.

Il 60% del peso degli indicatori è legato ai sistemi pensionistici privati con patrimonio di previdenza, il 40% al sistema pensionistico pubblico senza patrimonio di previdenza.

Il risultato complessivo per il sottoindice relativo alla sostenibilità, per il 2014 è il più basso su 25 nazioni ed è pari a 13.4.[6]

L'indice complessivo per l'Italia la collocava alla 19a posizione su 25.[7]

Critiche alla valutazione della sostenibilità fiscale del sistema pensionistico italiano secondo il Centro Studi dell'Università di Friburgo[modifica | modifica sorgente]

In uno studio del 2013 il debito pubblico implicito valutato dal Centro Studi dell'Università di Friburgo poneva invece l'Italia tra i migliori paesi, anche alla luce della recente riforma delle pensioni Fornero.[8]

Dalle valutazioni della Banca d'Italia il debito pubblico implicito è di qualche multiplo del PIL, quindi i calcoli fatti dall'università tedesca sono lontano dalla realtà, forse perché basati sul sistema contributivo che entrerà a regime solo tra qualche decennio, mentre il debito pubblico implicito deriva dalla normativa passata.

La valutazione della sostenibilità fiscale nel bilancio dello Stato dopo Maastricht[modifica | modifica sorgente]

La valutazione della sostenibilità fiscale da parte del cittadino contribuente[modifica | modifica sorgente]

Critiche all'informazione previdenziale in Italia[modifica | modifica sorgente]

Nel dibattito politico-economico in Italia vi sono sovente affermazioni che non hanno senso compiuto dal punto di vista economico-previdenziale.

Critiche all'affermazione "Il sistema pensionistico pubblico italiano è sostenibile"[modifica | modifica sorgente]

Ancora nel 2014, nonostante i suggerimenti dell'FMI sul taglio della spesa pensionistica o la valutazione negativa da parte di istituti economici internazionali il Ministro Pier Carlo Padoan affermava "Le finanze pubbliche italiane sono solide e sostenibili, grazie alle riforme del sistema pensionistico ed ai persistenti ed elevati avanzi primari, conseguiti dal paese per molti anni, come illustrato anche dalle analisi di lungo periodo della Commissione Europea".[9]

Note[modifica | modifica sorgente]

  1. WorldBank2004, pag. 18 - The implications of the IPD for fiscal sustainability have motivated several cross-country studies (Table 4).
  2. (EN) Benedict Clements, Csaba Feher, Sanjeev Gupta, Pension reform and equity, 17 luglio 2014. URL consultato l'11 aprile 2015.
    «The discussion on pension reform typically centres on fiscal sustainability.».
  3. Averting the Old Age Crisis (PDF), in World Bank, 1994.
    «pag. 8 figura 2».
  4. Melburne Mercer Global Pension Index, Melburne Mercer Global Pension Index
  5. Melburne Mercer Global Pension Index, p. 51 chapter 7
  6. Melburne Mercer Global Pension Index, pag. 73
  7. Melburne Mercer Global Pension Index, pag. 33
  8. Isabella Bufacchi, La sorpresa del debito «sostenibile», in Il Sole 24 Ore.
    «Ebbene in questa classifica - l'ultima calcolata in questi giorni dal Centro Studi dell'Università di Friburgo sotto la guida del Prof. Raffelhuschen - l'Italia svetta al secondo posto con un debito totale/Pil al 73%, dopo la Lettonia.».
  9. Pier Carlo Padoan, Documento di economia e finanza 2014 (nota di aggiornamento (PDF), in MEF, 30/09/2014. URL consultato il 14 ottobre 2014.
    «pag. IV Le finanze pubbliche italiane sono solide e sostenibili, grazie alle riforme del sistema pensionistico ...».

Bibliografia[modifica | modifica sorgente]

Leggi[modifica | modifica sorgente]

Web[modifica | modifica sorgente]

  • Tiziano Treu, Mario Carta, Pensioni, treccani.it, Pensioni, Treccani, Il libro dell'anno 2004. URL consultato il 9 giugno 2014.

Nucleo di valutazione della spesa previdenziale[modifica | modifica sorgente]

thumb|NuVSP Rapporto sugli andamenti finanziari del sistema pensionistico obbligatorio Aprile 2012|

ISTAT[modifica | modifica sorgente]

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trattamenti_pensionistici_e_beneficiari_-_12-nov-2013_-_Testo_integrale.pdf https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Trattamenti_pensionistici_e_beneficiari_-_12-nov-2013_-_Nota_metodologica.pdf

News[modifica | modifica sorgente]

Finanzaonline.com: Allarme pensioni, amara sorpresa nella classifica dei sistemi pensionistici più sostenibili. https://www.finanzaonline.com/notizie/allarme-pensioni-amara-sorpresa-nella-classifica-dei-sistemi-pensionistici-piu-sostenibili


https://www.avvenire.it/economia/pagine/il-70-del-debito-pubblico-arriva-dagli-squilibri-della-previdenza


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